“Cogli…”. Cos’ha detto Bersani sul generale Vannacci

L’ex segretario Pd attacca “Il mondo al contrario” ma non comprende che le sue frasi sono boomerang

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Pier Luigi Bersani è intervenuto alla Festa dell’Unità di Ravenna criticando senza mezzi termini il generale Vannacci e la sua fatica letteraria, “Il mondo al contrario”. L’ex segretario del Partito Democratico, mai a corto di metafore, ha usato l’espressione bar Italia per andare all’attacco del già comandante della Task Force 45. Un richiamo non troppo allusivo a Bar Sport Duemila di Stefano Benni, conterraneo di Bersani.

Le parole di Bersani

“Quando leggi i passaggi del libro di Vannacci, pensi: vabbè, sciogliamo l’esercito, sciogliamo le istituzioni e facciamo un grandissimo bar, il bar Italia. Il bar dove puoi dare dell’invertito a un omosessuale, della fattucchiera a una femminista, del negro a un nero, dove puoi dire a un ebreo ‘sì, ho capito la Shoah, ma adesso non esagerare’. Quel bar lì non sarebbe mai vuoto in Italia. Però mi resta una domanda: se in questo bar è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale? Generale, non venire a contrabbandare per critica al politicamente corretto quello che è un arretramento della civiltà e delle conquiste per cui la gente si è fatta un mazzo, più di te nell’esercito. Perché se c’è da fare il politicamente scorretto sono capace anche io”.

Vannacci ringrazia

Un intervento sprezzante da colui che meno di altri può ergersi a campione della liberalità. Ricordiamo quanto affermato dal leader della sinistra durante il Covid-19: “Con il centrodestra al governo non sarebbero bastati i cimiteri”. Oggi il ritorno nelle vesti di paladino della democrazia, dei diritti e del pluralismo (rigorosamente unidirezionale).

Bersani avrebbe voluto schernire il libro di Roberto Vannaccicon sagacia. Ma non si è reso conto di un dettaglio: le sue frasi sono dei boomerang che vanno ad incrementare la notorietà del generale. E, con essa, il suo apprezzamento. Volente o nolente, è proprio chi grida alla censura che incoraggia l’acquisto de “Il mondo al contrario”. Non di certo un romanzo tolstojano, ma pur sempre un documento che prova a raccogliere lo Zeitgeist, lo spirito del nostro tempo. Inquietudini, aneddoti, tesi – talvolta controverse – espresse con un linguaggio scarno ma lapidario. Il peggior sgarbo che Bersani avrebbe potuto fare a Vannacci sarebbe stato ignorarlo. Come sentenziava Oscar Wilde, “C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé.”

Qui la questione non è apprezzare o meno l’opera di Vannacci. Ma ammettere che il sabotaggio nei confronti del generale a mo’ di caccia alle streghe sia un fallimento in partenza. Lasciamo circolare “Il mondo al contrario” nelle librerie: i lettori ne decreteranno il successo o, viceversa, il flop. Laissezfaire, laissez passer.

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