Chi pensava che il giornale unico del virus avesse smobilitato, relegando le soffitta delle idiozie di massa il terrore targato Covid, si sbagliava di grosso. I campioni della paura diffusa a mezzo stampa sono ancora ben presenti e lottano insieme a noi. Tant’è che la Repubblica, una delle principali testate di questo consorzio infernale, così titola in un pezzo che sembra scritto nel 2020, mentre invece è appena stato pubblicato: “Covid, con Eris il virus torna a colpire i polmoni. Ecco cosa accadrà”.
“Le varianti Covid – introduce l’articolo – si sono insinuate in questa fine estate con la velocità di un fulmine – in particolare Eris e Pirola – tanto da portare, in quattro settimane, ad un aumento dell’81% dei casi in Italia e al 38% in Europa. Generano sintomi più blandi, ma moltiplicano le infezioni, favorite dall’assenza di precauzioni e da un copioso numero di assembramenti.” Avete capito? Secondo Donatella Zorzetto, autrice del testo, la diffusione di queste “pericolosissime” infezioni, analoghe a quelle di altre migliaia di virus e batteri che incontriamo in ogni istante della nostra esistenza, sarebbero favorite dall’assenza di quelle miracolose precauzioni, su tutte l’uso demenziale della mascherina, che ci hanno allietato per anni, insieme all’inguaribile propensione degli esseri umani ad assembrarsi ad ogni occasione.
Anche Il Mattino non scherza sul piano dell’allarmismo. Precedendo di 24 ore il servizio di Repubblica, il quotidiano partenopeo ha diffuso un pezzo altrettanto terrorizzante, mettendo in grande risalto il presunto e generalizzato attacco ai nostri polmoni portato soprattutto dalla variante Eris. In particolare, dopo aver segnalato che l’Organizzazione mondiale della sanità – quella stessa che per intenderci ha detto tutto e il contrario di tutto durante la pandemia – si è sbrigata a mettere sotto osservazione la variante Pirola, a causa di un elevato numero di mutazioni che la caratterizzerebbe, successivamente l’autore dell’articolo ci spiega che tuttavia, in base a due studi indipendenti effettuati in Cina e in Svezia, quest’ultima variante “non spaventa più”.
Ma è sulla variante Eris, dominante su larga scala da qualche giorno, che il pezzo senza firma del Mattino si scatena, citando uno studio giapponese condotto sui criceti dal quale si evince “che la variante sembra avere una maggiore capacità di infettare i polmoni. Ciò – conclude l’articolista – potrebbe tradursi, almeno in una parte dei pazienti, in manifestazioni più severe di Covid-19.” Insomma, siamo di fronte al solito diluvio di ipotesi catastrofiche che, a prescindere dalla molto presunta efficacia delle misure adottate in precedenza, non si sono mai avverate.
Inoltre, a margine di questo ennesimo rigurgito di paura a caratteri cubitali di natura molto sinistra, i media statunitensi hanno annunciato che il presidente Biden tornerà ad indossare la mascherina, dato che la first lady è risultata positiva al tampone, nonostante i sintomi lievi denunciati. Ma come riporta l’agenzia Reuters, la portavoce presidenziale, Karine Jeanne-Pierre, ha spiegato che il capo della Casa Bianca“indosserà la maschera quando sarà dentro e circondato da persone, in conformità con le norme sanitarie in vigore. Il presidente – ha aggiunto la Jean- Pierre- si toglierà la maschera quando una distanza sufficiente lo separerà dagli altri, all’interno e all’esterno”.
Pertanto apprendiamo che ancora oggi nell’America democratica ci si ostina sulla linea della follia virale mascherata, dopo che si è empiricamente dimostrato che questi presunti strumenti di protezione non sono serviti a nulla, se non a trasformare il popolo in un docile e impaurito gregge.
Claudio Romiti, 6 settembre 2023