Sulla guerra in Ucraina, Toni Capuozzo – che di conflitti ne ha visti molti in giro per il mondo – sta tenendo da qualche giorno una posizione pragmatica, lontana dalle tifoserie di questi giorni. “Anche Zelensky deve saper perdere”, aveva scritto nei giorni scorsi, così come Putin dovrà ammettere di aver iniziato una guerra che si sta rivelando più complicata del previsto. Per lo storico inviato, rifornire di armi l’Ucraina – come sta facendo l’Occidente – è un errore che potrà costare migliaia di vite umane. Una posizione ragionata, ma che non raccoglie molti fan. Così ieri durante la puntata di Quarta Repubblica, Capuozzo è tornato sul tema per spiegare il suo punto di vista.
“Sostengo il diritto all’autodifesa – ha detto – È una scelta che spetta agli ucraini. Ma sono scettico sul ruolo che l’Occidente sta giocando. Perché nel momento in cui fornisci armi diventi parte del conflitto e ti bruci la possibilità di mediare” con la Russia. Solo Turchia, Cina e Israele – che si sono mantenute più caute sulle sanzioni – hanno oggi la possibilità di giocare la partita negoziale. Non Parigi, Roma o Berlino. “La vocazione dell’Italia è quella di essere dei mediatori – ha spiegato Capuozzo – Dare della armi ha assecondato solo una volontà bellicosa”. Ovviamente, senza rischiare la pelle in prima persona. “Siamo pronti a combattere, ma fino all’ultimo ucraino. Ci mettiamo l’elmetto ma poi non andiamo…”.
dalla puntata di Quarta Repubblica del 15 marzo 2022