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Come difendersi dal Cretino Collettivo

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27 ottobre, corsa alla fiducia per evitare di iniziare a lavorare in concomitanza con l’anniversario della marcia su Roma; 29 dicembre, corsa per approvare la finanziaria un giorno prima dei due Governi precedenti; sempre il 29 dicembre, nel corso della conferenza stampa di fine anno, la sagace domanda su cosa farà il 25 aprile Giorgia Meloni.

I normodotati potrebbero dire echissenefrega ma il Cretino Collettivo (CC) è in agguato in Parlamento, nei quotidiani e sui social, costringendo il Governo a nottate, ghigliottine e dichiarazioni surreali su questioni che non interessano nessuno, solo perché il potere evocativo di una data o di un confronto prevale sempre sul ragionamento, sui contenuti e sulla misura dei risultati.

Ma chi è il Cretino Collettivo, una definizione potrebbe essere: «gruppo non organizzato, che non ha capo, né statuto, ma che, senza mai comprendere quello che gli succede intorno, riesce ad operare in perfetta sintonia in modo tale che ciascun membro contribuisca a rafforzare ed amplificare l’incapacità cognitiva di tutti gli altri» (parziale citazione del mio amato Carlo Maria Cipolla).

Il CC opera riconoscendosi in una testata (ad es. Il Fatto quotidiano), intorno ad un Blog (ad es. 5 Stelle), ispirato da qualcuno (il fenomeno del Gretinismo o dell’ambientalismo militante) o semplicemente affermando la sua insistente imbecillità.

Quello che li accomuna è la caratteristica di apparire come gruppo anche agendo singolarmente perché, mentre il cretino isolato di solito fa poca strada e un poco di tenerezza, la collettivizzazione della cretineria, ottenendo il risultato di disturbare e perciò essere percepita dagli altri alla stregua di un foruncolo, li convince del loro successo e della loro utilità sociale.

Inevitabilmente al crescere del loro numero, politici, giornalisti, conduttori televisivi e pubblicitari, hanno cominciato a considerarli un target offrendo testate, programmi politici e prodotti capaci di esaltare il loro sentimento di appartenenza. Testate e programmi li ho già indicati, sui prodotti vi propongo alcuni esempi: l’hamburger vegano, l’automobile full electric, il viaggio ad emissioni zero, l’App per digiunare, quella che vi ricorda di bere o quella che traccia le vostre attività ecologiche per rendervi degli eco hero!

Insomma il CC è il più straordinario nemico di noi liberali, per la sua capacità mimetica che gli permette di annidarsi nei meandri di ogni ragionamento, per la sua diffusione trasversale ad ogni appartenenza politica e sociale e per l’utilizzo di una logica apodittica e semplificatoria difficile da abbattere con argomenti ragionevoli.

Ma quello che mi disturba maggiormente è che, con sprezzo del ridicolo, spesso i rappresentanti più insigni di questa infima categoria si professano liberali, applicando al contrario il principio enunciato da Benedetto Croce ”il partito liberale, per ciò che deve compiere nella vita politica, rifiuta ogni aggettivo”. Risultato in Italia è tutto un fiorire di partiti liberali riformisti, liberali progressisti, liberali popolari, liberali radicali e via farneticando, o il misterioso partito liberal-democratico di Calenda che si sta avviando a deludere le speranze dei liberali almeno quanto il partito liberale di massa di Berlusconi.

Nell’indifferenza di troppi la prevalenza del Cretino Collettivo, subdola e infaticabile, si diffonde come una metastasi e se in inghilterra i membri di Extinction Rebellion hanno deciso di smettere con le loro proteste perché inutili e dannose, in Italia gli ecofregnoni di Ultima Generazione si incollano, bloccano strade e imbrattano musei e Senato, mentre il nostro Governo invece di far applicare rapidamente il Codice Penale “Deturpamento e imbrattamento di cose altrui” (639 del CP) che prevede “Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro”, sembra cedere alla strisciante opera del Cretino Collettivo, invocando pugno di ferro, misure severe, un giro di vite ed altre fesserie tipo il decreto Rave.

Sinceramente credo che solo la semplicità ci potrà salvare dal Cretino Collettivo, perciò: lasciate ai nostalgici la marcia su Roma, fregatevene del confronto con Governi insulsi, chissenefrega di cosa farà la Meloni il 25 aprile, lasciate i Liberali senza aggettivi e agli ecofregnoni, applicate l’Art 639 del Codice Penale, ma soprattutto lasciate al Cretino Collettivo queste cazzate, ci sono cose più importanti che questo Governo è destinato a fare e ne parleremo presto.

Antonio De Filippi, 4 gennaio 2023