Giorni fa, mentre mi aggiravo per le vie del mio quartiere nella vana ricerca di una normalità perduta, ho letto il seguente cartello all’ingresso della filiale di una banca locale: “È possibile accedere nostri uffici solo previo appuntamento telefonico. Lo facciamo per tutelare la salute di tutti”.
Il Paese paralizzato
Ora, dal momento che altre analoghe filiali della zona adottano misure più blande, come quella di contingentare gli ingressi, evidentemente il responsabile della sicurezza della banca in oggetto, al fine di non avere noie, avrà optato per il principio della massima precauzione, trattando il rischio di un eventuale contagio da Sars-Cov-2 al pari di una contaminazione da radiazioni nucleari. Perché, battute a parte, mi sembra un po’ questa la linea con cui si continua a paralizzare il Paese, nonostante la significativa attenuazione della letalità di un virus che l’89% degli scienziati intervistati dalla prestigiosa rivista Nature sostiene che sia praticamente diventato endogeno, adattandosi all’uomo in forme sempre meno aggressive con l’unico scopo di sopravvivere.
Invece di riaprire, chiudiamo
Ma noi, che siamo sempre i più bravi di tutti, ritenendo che gli interessi del mondo ruotino sempre e comunque intorno ai nostri destini, da un anno a questa parte abbiamo addirittura aggiunto ai precedenti e già assai restrittivi protocolli anti-Covid ulteriori misure. Misure, come quella di tenerci la mascherina, alias zampa di coniglio, all’aperto anche con 30 gradi all’ombra, le quali da un lato appesantiscono non poco la vita di tutti i giorni, mentre dall’altro lato rendono la già problematica esistenza delle aziende italiane un vero inferno.
In estrema sintesi, ogni cosa funziona al rallentatore nell’ambito di uno spazio di manovra, per così dire, molto più limitato rispetto al recente passato.
Gli effetti sull’economia
D’altro canto, dato che le nostre moderne economie sono oramai sistemi estremamente complessi ed integrati, cosa che soprattutto molti degli scappati di casa che sono ancora al governo proprio non comprendono, al pari di altri numerosi scienziati ossessionati dai contagi – Roberto Speranza e Massimo Galli su tutti -, per cui la perdurante semi-paralisi che ci stanno imponendo a tutti i livelli non può che tradursi in un aumento vertiginoso dei costi di produzione, di un crollo generalizzato dei consumi, degli investimenti e della creazione di valore aggiunto. Valore aggiunto che, in soldoni, rappresenta i beni e i servizi che rendono così confortevole la vita di una crescente moltitudine di individui.
Oltre al fatto che, di questo passo, il sistema economico italiano nel suo complesso, sommerso dai debiti e semiparalizzato dai protocolli anti-virus, non sarà più in grado di finanziare la cura di qualunque altra malattia.
Ma questo, a quanto pare, non sarà più un problema, visto che oramai sembra che in Italia da tempo ci si ammali solo di Covid-19.
Claudio Romiti, 1° maggio 2021