Articoli

Come l’Ue vuole controllare i nostri computer - Seconda parte

Da qualche tempo poi si diffonde in molti Paesi la pratica del riconoscimento facciale come mezzo per consentire in modo più rapido ingressi e altre operazioni: l’atteggiamento del pubblico per ora appare neutrale (in fondo è un modo per risparmiare tempo). Tuttavia, se si guarda alla Cina, lo Stato che ne fa maggior uso, c’è da temere: il riconoscimento facciale è il pezzo forte del Social Credit System in cui il governo concentra, per ogni singola persona, le informazioni su conti, spostamenti, opinioni rilasciando come sintesi finale un punteggio che serve per autorizzare attività e dare premi o punizioni.

Della sfera di eventi che intaccano l’identità personale si può ritenere, con un’interpretazione estensiva, facciano parte anche i limiti posti alla libertà d’espressione, prerogativa fondamentale dell’individuo: la motivazione è il contrasto ai discorsi di odio (hate speech) e alle fake news con le piattaforme autorizzate, in quanto braccio operativo, a fare censura. Nella sostanza l’identità è scandagliata, classificata e accompagnata in quasi tutte le sue manifestazioni. Lo stesso green pass, che pure accampa buoni motivi, alla fine stringe l’agire personale in una maglia obbligante di compiti e operazioni.

La democrazia della tradizione liberale racchiudeva il rapporto tra identità personale e poteri nell’ambito ben delimitato – sul versante privato – di una rule of law vincolata da costituzioni e – sul versante pubblico – di un voto che è giudizio e sanzione. Oggi si è formato un livello intermedio in cui l’identità vive e opera in simbiosi con strumenti, come le piattaforme, che la potenziano e insieme la monitorano o con poteri, come quelli pubblici, che ne riducono l’autonomia per indirizzarla su sentieri obbligati (green pass). Dall’identità protetta e incondizionata (nei limiti di legge) si passa a un’identità simbiotica e sempre più pubblica. Dalla democrazia liberale alla democrazia accompagnata. Viene quasi il sospetto che non siano le democrazie a influenzare e modificare i governi autoritari, ma che in qualche modo accada il contrario.

Antonio Pilati, 12 agosto 2021

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva