Da questo punto di vista, il ragionamento dei sinistri è lineare: bisogna evitare che sia il centrodestra compatto, con qualche aiutino centrista, a decidere chi salirà sul Colle più alto, o almeno invocare il valore di un nome condiviso (esigenza nobile ma peccato che in passato quando la sinistra era forte da queste orecchie Letta e compagni non ci sentivano!). Il tentativo di tenersi buona Giorgia Meloni, e casomai “tentarla” pure a rompere sulla candidatura l’asse con Matteo Salvini, potrebbe essere allora il vero motivo di questa collettiva dimenticanza. Siamo troppi convinti dell’intelligenza, politica e non solo, di Giorgia Meloni per temere, se così fosse, che possa abboccare. Ma per lei intanto, e giustamente, l’importante è incassare. Con che coraggio potranno poi dire domani agli italiani che lei e il centrodestra non hanno le credenziali per governare?
Corrado Ocone, 12 dicembre 2021