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Come può cambiare il mondo dopo il Russiagate - Seconda parte

La Russia è un tema spinoso. Dall’epoca Eltsin gli americani – apparati militari e finanza – hanno puntato prima sulla perdita di forza dello Stato russo e poi sulla sua crisi economica (sproporzione tra la rendita petrolifera e gli impegni di potenza): a questa visione risale lo sforzo ventennale di contrarre la sfera d’influenza di Mosca (Balcani, Caucaso, Ucraina) e di portare la Nato dentro il cuore del mondo russo. Ma quando lo scontro con la Cina diventa il motivo principale, l’idea di punire Putin, che da vent’anni resiste facendo leva sull’orgoglio nazionale, perde significato: staccare la Russia dalla Cina appare una priorità strategica. Sarà probabilmente il tema-chiave dopo le elezioni del 2020. Già si vede qualche avvisaglia: probabile vittoria nelle presidenziali dell’Ucraina di un candidato diverso dai fanatici anti-russi, convergenze sotto traccia in Siria.

Gli Stati Uniti concentrano la loro attenzione strategica: riconquistano l’America Latina, affidano il Medio Oriente all’impensabile alleanza tra Israele e sauditi (+ Egitto), si dedicano a bloccare la corsa della Cina verso la supremazia mondiale. C’è metodo strategico nell’apparente follia di Trump.

Antonio Pilati, 18 aprile 2019

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