Come rosica Carola Rackete: l’umiliante video della capitana sconfitta

L’attivista che si scontrò con Salvini era candidata con Die Linke (che sprofonda): “Meloni, Le Pen, l’Austria: tutto questo mi spaventa”

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Carola Rackete, l’attivista, non si è capito di che, è sconvolta: e adesso? Adesso che la destra estrema, così la servono le testate eurofomentate, da spauracchio della democrazia autoritaria eurounionista, fa il botto in Germania. “Adesso cosa possiamo fare?”, con la canottierina pauperista e le ciglione da Peo Pericoli. Ma non le crede nessuno, sui social il commento più benevolo è “scopri il bagnoschiuma” e c’è chi le dà della guerrafondaia, c’è sempre uno più comunista che ti crocifigge al legno della pace, pace a senso unico. Carola Rackete la kapitana speronatrice si preoccupa per se stessa, è una di quelle attiviste facoltose che nella odiata politica del sistema ripone tutte le ambizioni.

Già, dopo essersi dimessa da commodora, queste ricche cambiano attitudine come e più che biancheria intima, ha rottamato la bagnarola e si è messa a salire sugli alberi, poi si è fatta candidare dalla sinistra pacifista e forcaiola della Linke ma pare non le abbia detto bene: potrebbe consolarsi con la parigrado italiana Ilaria Salis, una passata dai centri sociali e dagli alloggi popolari forse sottratti al popolo, ai lussi bruxellesi a conferma che disperarsi in Italia, per l’Italia, è fatica vana.

Ma una Salis non fa primavera e non la fa una Carola Rackete in Germania dove hanno premiato l’altro estremo anche se servirà a poco, la famigerata maggioranza Ursula, vedrete, terrà, in qualche modo terrà, quando mai è mutata la Ue gattopardesca in 30 anni? La cambia la madonna pellegrina Vannacci? Questa Unione non è altro che una astrazione cattocomunista al servizio della finanza globale, dell’industria globale, i suoi mammasantissima non rispondono ad altri che ai filantropi mannari che li hanno messi dove sono, le elezioni sono illusione, gioco nazionale, pesano in chiave nazionale queste elezioni sovranazionali al termine delle quali, come sempre, hanno vinto tutti.

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Qualcuno, sempre via social, fa notare alla canottiera che l’onda nera (come la chiama Dagospia) non c’è, c’è uno spostamento fisiologico e ha ragione anche se va brevemente spiegato. C’è, si vuol dire, come una risacca, una reazione fisiologica da sinistra a destra, dalla accoglienza interessata e truffaldina, dalla grande corruttela sui migranti cui neppure il Vaticano si è sottratto, anzi ci ha inzuppato il pane, alla fobia e giustificata fobia e dunque a chi promette, almeno promette, un argine, la fine del Bengodi assurdo e autolesionista. Certo a buoi scappati dalla stalla o a invasori bene sistemati: a patire le bastonate peggiori sono i Paesi ormai islamizzati si direbbe in modo irreversibile, Francia, Belgio. Anche se la tendenza va su dimensione continentale.

In Italia, al solito, la schizofrenia: votano un parà che vede “negri” dappertutto, non di buon occhio, e una antagonista comunista che vede ovunque bianchi da legnare, almeno secondo la magistratura ungherese che si trova ora a dover processare una europarlamentare. L’Italia dove il partito che l’ha fatta eleggere può appiccicare la bandiera dei Fratelli Musulmani e di Hamas sul Duomo di Milano, simbolo sommo di una cristianità franata, e nessuno fiata, neanche i partiti, i leader in fama di destra estrema. Hanno vinto tutti!

In Europa, vedrete, cambierà poco e niente, forse solo l’approccio, un po’ meno tracotante che in passato. Ma chi si illude, o finge, di volerla infiltrare per mutarne la pelle, di questa Unione nata e cresciuta sulle crisi comandate dalla finanza totale, o è un folle o un furbo. Carola Rackete fa l’isterica ma la verità è che le brucia non essere entrata nel gran gioco, almeno questa la sensazione fino a stanotte, il resto è recita di un’altra quarantenne senza arte né parte. “Meloni in Italia, Le Pen. l’Austria – dice nel video – È qualcosa che mi spaventa, che sinceramente mi preoccupa per il nostro futuro. È anche qualcosa che deve farci capire che abbiamo bisogno di organizzarci come sinistra, dobbiamo avere delle strutture. Non basta pensare che basti solo scendere in piazza ogni tanto per qualche manifestazione”.

Ma si consolerà, come tutte quelle che non hanno mai conosciuto né sperimenteranno mai il problema del companatico. Quasi nessuno sta dietro alla ex kapitana, e c’è chi, teutonicamente, si è stufato dei suoi birignao antagonisti. Sai come sono i tedeschi, precisi e spietati anche nella polemica, non conoscono le sottigliezze dell’ironia mediterranea, sono contabili sempre: “Abbiamo tante virtù ma non siamo divertenti”. Però una cosa la può fare ancora, la commodora. Prenda la cittadinanza in Italia, il Paese dell’eterna elezione, e si faccia candidare dagli impresari Fratoianni&Bonelli. Qui nessuno oserà dirle che ha chissà cosa nel cervello, qui quelle come lei hanno successo.

Vieni Carola Rackete, ‘sto luna park aspiett a te, vedrai che alle prossime politiche avremo la carica degli attivisti climatici, quelli che devastano i monumenti inestimabili, e saranno votati in blocco. E tu che fai, ti perdi il giro? Datti una mossa, che qui, solo qui alla fine vincono tutti, sempre.

Max Del Papa, 10 giugno 2024

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