La data precisa non c’è, non potrebbe esserci. Ma la road map, quella sì. E anche un’indicazione sul periodo sempre che qualcosa non si metta di traverso. La Commissione d’inchiesta sul Covid, quella che dovrebbe indagare sugli errori, sui contratti, sugli acquisti nel pieno dell’emergenza pandemica, partirà “entro primavera”.
I tempi per la commissione d’inchiesta
Lo assicura Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastrutture, ma soprattutto il deputato che nella scorsa legislatura ha più volte interrogato i precedenti governi (Conte II e Draghi) sulle mosse realizzate per contenere il coronavirus. Suo il ricorso al Tar del Lazio contro il ministero di Roberto Speranza per costringerlo a mostrare i verbali segreti della task force ministeriale sul Covid e quell’ormai famoso piano segreto redatto in fretta e furia agli inizi della prima ondata.
La richiesta di creazione della commissione d’inchiesta è stata depositata il giorno stesso della formazione del governo Meloni. Poi l’iter è andato avanti e adesso “è stata richiesta l’iscrizione all’ufficio di presidenza della XII Commissione Affari Sociali della Camera”. La prossima settimana verrà calendarizzato l’iter del disegno di legge, quindi siamo ai passi finali. Ottenuta l’approvazione alla Camera, passerà al Senato dove è di casa Ignazio La Russa. I tempi? “A primavera la Commissione deve assolutamente partire – dice Bignami all’Adnkronos – dobbiamo capire cosa è accaduto tra il 2020 e il 2022 e approfondire”.
L’obiettivo: fare chiarezza
Anche la scorsa legislatura era stata proposta una commissione d’inchiesta, che però si era scontrata con un po’ di resistenze interne alla maggioranza. La precedente proposta di legge infatti aveva dato ai parlamentari il compito di indagare su quanto successo “prima” dell’approdo in Italia del virus, missione impossibile se si considera che la Cina ha condiviso col contagocce le informazioni pure all’Oms. Stavolta, dovrebbe andare diversamente. “Non siamo disponibili – spiega Bignami – a mettere un perimetro temporale, come qualcuno voleva fare. Dobbiamo indagare per bene e fare chiarezza su tutto: dall’assenza del piano pandemico ai verbali secretati, dalla carenza dei dispositivi alla gestione delle mascherine alle cure domiciliari negate. E non possiamo dimenticare quello che è successo in Val Seriana”.