Cronaca

“Comprimere il diritto a manifestare”. L’ordine choc anti no pass - Seconda parte

Pugno duro del prefetto e del sindaco di Trieste: la piazza interdetta alle manifestazioni

Perché far figli e figliastri non va mica bene. A Milano migliaia di persone scendono in piazza in favore del ddl Zan e nessuno dice nulla. Lì non c’è il rischio di ammalarsi? Evidentemente il coronavirus viaggia solo tra i no pass. Corre sulle bandiere no vax. Naviga coi portuali. Se il corteo è progressista, invece, se ne sta alla larga. Andate a vedere le immagini della piazza convocata da Landini dopo l’assalto alla Cgil: quante mascherine notate? Poche, anzi: nessuna. Qualcuno avrebbe mai osato dire che per il bene del Lazio sarebbe stato necessario “comprimere” le manifestazioni antifasciste? No, ovviamente. E per fortuna, aggiungiamo noi. Attendiamo allora pari indignazione per la decisione di varare un provvedimento con cui la piazza principale triestina, dove da giorni i no pass organizzano proteste e picchetti, verrà interdetta ad ogni corteo. “Il diritto a manifestare va temporaneamente compresso”, dice il prefetto. “Serve massima durezza”, ribadisce il sindaco. Il quale sostiene di aver già chiesto provvedimenti “ma mi è stato risposto che la Costituzione prevede il diritto a manifestare”.

Maddai: che roba strana questa democrazia. Così sfacciata da assicurare anche ai no pass la libertà di dissentire.

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