Naturalmente Confedilizia porterà entrambe le disposizioni – se il Parlamento le confermerà – dinanzi alla Corte costituzionale e agli organi di giustizia internazionali. Ma qualsiasi pronuncia favorevole sarebbe una ben magra consolazione: è la politica che deve cambiare registro. Non ci si rende conto che provvedimenti del genere non sono solo dei veri e propri oltraggi al diritto di proprietà, ma determinano conseguenze devastanti sul mercato immobiliare, con effetti negativi sulle stesse categorie che si intenderebbe tutelare, vale a dire gli inquilini.
Chi mai andrebbe ad avventurarsi in nuovi contratti di locazione, abitativi o commerciali, sapendo che il suo investimento è soggetto ad intromissioni di questo genere da parte dello Stato? Ma forse è quello che qualcuno desidera.
Giorgio Spaziani Testa, 6 luglio 2020