Nell’ultimo Cameo, Solo ai Millennial è consentita la rivolta, raccontavo come le élite nostrane si chiedessero, con pudore-timore, se fosse possibile una rivolta di popolo. Uno dei principi del foro giornalistico, XY, mi ha scritto: “Intrigante l’idea della rivolta. Ma in che cosa consiste la rivolta? Quali le sue forme? Quali gli obiettivi? Una forma di rivolta classica nell’Occidente contemporaneo è la reazione violenta dei neri americani dopo l’uccisione di uno di loro da parte di un poliziotto. Ma non ribalta certo il Ceo capitalism. Pone un problema, non una soluzione. Perché quella resta nelle mani di Donald Trump o di Joe Biden. Più o meno lo stesso accadde nelle banlieue parigine. Se non diventa rivoluzione, la rivolta si spegne e, al massimo, aiuta una fazione del Ceo capitalism a prevalere su un’altra: il sistema Biden sul sistema Trump. Per farsi rivoluzione, la rivolta non ha solo bisogno di rivoltosi (i Millennial), ma anche di obiettivi, di organizzazione, di leadership. Su questi tre punti aspetto il tuo pungente pensiero.”
Lo schema di XY lo condivido. Uno che se ne intendeva, Lev Trockij, fu stupefatto quando, nel febbraio 1917, il popolo invase il Palazzo della Duma esigendo la rinuncia al trono dello Zar Nicola II. Scrisse Trockij “.. in una settimana la società si è disfatta di tutti i suoi mandatari: il monarca, i magistrati, la polizia, i sacerdoti, i proprietari, i direttori, mentre i soldati hanno smesso di ubbidire ai loro superiori. Nessuno mai aveva sognato una simile rivoluzione.” Trockij lo confessa, lui e Lenin, la rivoluzione l’avevano sognata ma mai credettero che si potesse realizzare con tanta semplicità, e senza di loro. Figuriamoci una rivolta.
Vissi in diretta una “rivolta”, quella dei “Quarantamila” (Ottobre 1980). Da una parte i vertici della Fiat dall’altra il Pci, la Cgil, le frange assassine dei “compagni che sbagliano”, guidati da un Enrico Berlinguer versione barricadero (Santo lo sarebbe diventato dopo). I capi intermedi della struttura produttiva (ex operai), che avevano pagato un alto prezzo di sangue per difendere le regole del vivere civile, circa 3 mila, si misero in marcia verso la Prefettura. Durante il percorso, in modo spontaneo, 40 mila cittadini comuni si associarono a loro (c’era anche mia mamma, ultrasettantenne, ex operaia Fiat). La maggioranza silenziosa dei torinesi perbene aveva detto basta ai fighetti rossi della futura Ztl.
I Sindacati persero per sempre i lavoratori, divennero Deep State, così come la Sinistra, via via degradata fino a planare sugli stuzzichini di Villa Pamphilj. Nel lungo, per i potenti una rivolta educata è peggio di una rivoluzione violenta. Nel nostro libro (Uomini o Consumatori? Il declino del CEO capitalism, Grantorino Libri, 5 €) non prendiamo neppure in considerazione che il Ceo capitalism possa cadere per una rivolta. Se riesce a spostare i lavoratori dalle fabbriche-uffici al divano di cittadinanza è fatta. Entreremo così, da servi certificati, nell’osceno mondo di Bill Gates e di Xi Jinping.
Riccardo Ruggeri, 17 giugno 2020