Con Trump abbiamo vinto anche noi

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trump meloni

Ha vinto Donald Trump, il nostro editore/direttore è a un grado di separazione dal Presidente Usa e la trita e bolsa retorica che riempie giornali e televisioni forse smetterà di dilagare: per questo anche noi abbiamo vinto. Abbiamo vinto perché tutti gli anti-qualcosa hanno potuto sfogare il loro rancore, evocare disastri, sputare sulla polizia, mostrare mani insanguinate, bruciare bandiere, insultare il governo.

Abbiamo vinto anche perché ci stiamo liberando dallo stupido wokismo Usa; dallo stanco nazionalismo Russo; dall’ottusa visione del green deal europeo; dalla permanente minaccia arabo-iraniana. Perciò viva chi resiste agli insulti, alla stupidità, alla violenza ed ai giornali che pubblicano ogni possibile fesseria retorica, viva i poliziotti che usano con molta parsimonia i manganelli e viva i cittadini che stoicamente assistono a tutto questo, viva chi ha il coraggio di fare e non si rassegna a redditi e bonus, viva chi è pronto a sopportare lo sciopero generale contro il massimo di occupazione o che assiste compassato agli universitari che organizzano marce a sostegno degli stupratori e degli assassini e viva chi combatte i magistrati che si vogliono sostituire ai Governi o incarcerare i governanti.

Del resto l’Italia è un laboratorio civico straordinario, abbiamo votato con ogni legge elettorale immaginabile, abbiamo avuto governi pentapartito, di minoranza, balneari, abbiamo vissuto il compromesso storico e le convergenze parallele, abbiamo sperimentato ogni possibile tipo di crisi e ne siamo usciti indenni perché siamo un popolo antico e paziente e la rassegnazione o l’indifferenza che spesso ci rimproverano sono il frutto di un’attitudine millenaria a badare al sodo.

Noi italiani e da oggi gli statunitensi, vorremmo semplicemente vivere in una nazione dove la vecchia maggioranza silenziosa, per capirci il vecchio e sano “buon senso”, torni a funzionare, con il Pil che cresce, l’ambiente che cessa di essere una religione, l’attenzione ai doveri e non solo ai diritti.

E dunque evviva l’indolente capacità che abbiamo sviluppato per sopravvivere di fronte agli antifascisti, anticomunisti, anticlericali, antisionisti, antiaboristi, antitrumpiani, insomma a tutti gli anti e a tutti i corrispondenti pro-qualcosa. È un esercizio che può fare ciascuno di noi: sei fascista? No, sei comunista? No, allora sei anticomunista? No, almeno sarai antifascista? No e non sono anticlericale, antisionista o antiabortista. Io odio essere anti o pro, è uno spreco di tempo e di risorse, non voglio combattere le opinioni sbagliate o giuste che siano, voglio affermare il diritto di esprimerle e contribuire a sviluppare lo spirito critico necessario a valutarle.

Non sono antifascista per lo stesso motivo per il quale non sono fascista ovvero che aborro la violenza e l’ignoranza, potrei dire di essere afascista nel senso che non me ne frega un bel niente del fascismo, altrimenti che come fatto storico, così come mi sento profondamente acomunista per l’elementare motivo che sono liberale.

Sono anticlericale? No, perché non sono ateo ma agnostico e non perdo tempo a disquisire di una organizzazione monosessuale prevalentemente dedita alla gestione di un immenso fondo immobiliare mondiale.

Insomma voglio dire che l’abitudine social ad affibbiare ruoli e categorie genera, solamente, semplificazione e pura idiozia con Orban che dicono fascista ma oggi rappresenta l’Europa, Zelensky nazista ma anche ebreo, Putin fascista ma anche comunista, Biden sano ma anche rintronato, Kamala nera ma anche no, Trump stupratore corrotto e condannato ma anche Presidente.

Quello che hanno tentato di imporci fallendo è la sublimazione di Tom Wolfe e del suo radicalismo chic, perché non basta più ospitare le pantere nere e farle servire da camerieri bianchi, oggi vogliono vedere i figli delle élite statunitensi inchinarsi alla mecca pregando Allah sui prati delle università ivy league. Non basta più essere inclusivi oggi ci si chiede di essere inclusi dal nostro nemico, ricusando le nostre origini e i nostri interessi.

Ma le elezioni italiane e statunitensi hanno mostrato quello che è stato nascosto nelle elezioni francesi, spagnole, tedesche, olandesi e polacche, ovvero che ci siamo stufati dell’idiozia che ci circonda, che dobbiamo avere fiducia nella nostra saggezza e che i giochi di prestigio parlamentari, giornalistici o giudiziari prima o poi cedono il passo alla realtà.

Antonio De Filippi, 8 novembre 2024

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