Dai salotti televisivi alle aule dei Tribunali. È lo strano caso della virostar Massimo Galli, contro cui la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ipotesi dei reati di turbativa d’asta e falso. L’oggetto della questione riguarderebbe un concorso truccato presso l’università statale del capoluogo lombardo, e che interesserebbe altre 25 persone, con l’accusa di aver influito sul posto da professore associato per favorire Agostino Riva, poi risultato vincitore.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata elaborata dall’accusa, formata dai pubblici ministeri Bianca Maria Eugenia Baj Macario e Carlo Scalas, insieme alla firma del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. Il concorso pilotato sarebbe del 2020, anno in cui il virologo pontificava giorno e notte sulle chiusure pandemiche da attuare, e che vede nel registro degli indagati lo stesso vincitore Riva, colpevole (sempre per l’accusa) di aver indicato i punteggi da attribuire al concorso.
Nel frattempo, l’ex primario del Sacco (ora in pensione) non sembra voler mollare la presa sul Covid-19. Pochi giorni fa, appena prima della richiesta di rinvio a giudizio, Galli ha attaccato il governo Meloni, colpevole di voler “archiviare a tutti i costi la pandemia facendo i conti senza l’oste, cioè senza il virus. Una discreta fuga in avanti”. Insomma, eliminare progressivamente le misure applicate durante il periodo pandemico sarebbe un grave errore, “perché non siamo ancora assolutamente certi di quello che può accadere nei prossimi giorni“. Un monito spargipanico che è stato seguito dalla promozione per la somministrazione della quarta dose di vaccino e la previsione apocalittica (immancabile) per il prossimo Natale: “A questo rischio di contagio da Sars-CoV-2 aggiungerei anche quello per l’influenza che, visto quello che è successo già in Australia, sarà sicuramente più pericolosa. Non sappiamo se un semplice ‘starnuto’ o una potente ‘tempesta’, ma sappiamo che l’influenza colpirà a Natale“.
Eppure, al di fuori di questi scenari da nuova ondata, pare che le preoccupazioni di Galli debbano riguardare altri campi, piuttosto che quello sanitario. Questa volta non sarà un salotto televisivo a giudicare la virostar, ma una vera e propria aula di un tribunale. E nei prossimi giorni, i pubblici ministeri dovranno procedere anche per gli altri filoni dell’inchiesta, suddivisa in più fascicoli. Sono ore di tensione per l’ex virologo.