La verità è che Confindustria è sempre più un luogo di piccoli imprenditori, con piccoli presidenti di passaggio che magari credono di utilizzarla come trampolino di lancio per future avventure in politica. Perfino l’ostracismo per evitare che, con un cavillo burocratico, un imprenditore con i fiocchi come Fabrizio Di Amato diventi presidente di Roma e Lazio, ne è una conferma lampante. E il precedente del percorso politico di Conte, con l’impossibile diventato possibile, rende leciti i sogni più irrealizzabili.
Luigi Bisignani, Il Tempo 5 luglio 2020