Nel pezzo precedente avevo raccontato, a mo’ di divertissement estivo, la curiosa storia del M5S prima maniera (Casaleggio + Grillo), quella patetica degli ultimi tre anni (Grillo & Conte) e infine il tentativo di golpe autarchico di Conte. Un membro sconosciuto del deep state, prigioniero della sua vanità/avidità: vuole impossessarsi del partito di un altro, insieme a gran parte dei parlamentari che sono lì solo grazie a Grillo e a Casaleggio. Non si fa, è inelegante. Ero certo, e lo scrissi pure, che dopo l’inatteso successo elettorale del 2013 Gianroberto Casaleggio, mente organizzativamente raffinata, avrebbe optato per un avanzato modello organizzativo, tipo “stella marina”, anziché del più convenzionale “ragno”, ispirandosi cioè al libro Senza Leader (da Internet a Al Qaeda) di Ori Brafman e Rod Beckstrom. Sintetizzo per i lettori.
La “stella marina”, avendo una configurazione pentamera (a cinque braccia) senza una testa centrale è in grado di funzionare anche nel caso di ferite o tagli, può garantire l’operatività attraverso le membra rimaste, che cooperano autonomamente al funzionamento vitale. Il “ragno” invece ha una testa centrale, con il compito di inviare comandi alle aree periferiche del corpo, senza che queste partecipino al processo decisionale. Il primo ha un elevato tasso di anarchia, il secondo è gerarchico e centralizzato. A mio avviso il modello “stella marina” può essere praticato solo da organizzazioni che si ispirino al crimine, comune o politico, a condizione che i loro adepti disprezzino il denaro e il loro futuro. Al Qaeda lo adottò, così pure Isis (il Bataclan di Parigi è stato “stella marina” in purezza).
Casaleggio, essendo un visionario perbene, di certo rifletté sull’assemblaggio dei due modelli, cioè costruire la parte operativa del M5s sullo stile “stella marina” (il geniale slogan “uno vale uno” lo confermerebbe), facendo credere che il potere fosse delegato al web, e non al gestore della piattaforma, cioè a loro due. Se osservate non ci sono grillini-popolo, si considerano tutti staff. Come tutti gli altri partiti, non hanno ancora compreso e metabolizzato la natura del Ceo capitalism, che impone ai partiti di adeguarsi al suo modello organizzativo, e non viceversa. Semplicemente perché la sua natura, monopolistica, quindi dittatoriale, lo porta, per sopravvivere, a sfociare in un regime, mascherato da democrazia parlamentare, con partiti tutti al 20%. Quindi in perenne tenzone fra loro, componendosi o scomponendosi all’infinito, con impotenza garantita. Quindi servi.
Conte e Grillo non hanno capito che l’establishment del Ceo capitalism non è scalabile, ci si può solo inginocchiare. Evidente il declino di Grillo (ormai per farsi ubbidire deve alzare la voce). Dobbiamo chiederci: Conte ha le skill per fare un golpe serio o i quattrini per farsi un partito? Cooptando parlamentari disperati rubi transfughi, non voti veri. Ti riduci a essere un influencer che campa di “tangenti marchettare”. Inoltre, gli uni e gli altri avranno metabolizzato che lo scenario politico è tutto nuovo? La mitica “maggioranza silenziosa”, quella che secondo me vale il 70% dei voti, è da sempre di centro-centro-destra, indipendentemente da chi vota di volta in volta nell’urna. Ora si è innamorata di Mario Draghi (uno così lo cercava dai tempi di Alcide De Gasperi e di Luigi Einaudi), ed è subito emersa l’irrilevanza dei politici di qualsiasi colore, dai tre leader di centrodestra, ai tre di centrosinistra. Costoro sembrano invecchiati di colpo, si agitano, ma producono fuffa, il pensiero sotteso.
Gli italiani vorranno che Draghi rimanga premier fino al 2028, pur sapendo che lui non fonderebbe mai un partito politico? Se sì, dovranno essere i partiti a rispettare il volere della maggioranza silenziosa. Mettano alla Presidenza della Repubblica uno a lui gradito, e loro trasformino il Parlamento in un votificio. Avendo il Ceo capitalism eliminato da vent’anni l’ascensore sociale, e il conseguente modello meritocratico, ci si avvia verso un “regime amazoniano”, mentre si compirà il destino di noi cittadini comuni: “consumatori amazonizzati”.
Poi ci siamo noi apòti: non avendo ambizioni di potere ci limiteremo a scrivere la storia di questo periodo miserabile di pianificato arretramento culturale e di finto sviluppo tecnologico (tante divertenti App, nessuna invenzione strategica). Considerate queste riflessioni null’altro che un divertissement estivo, mi raccomando.
Riccardo Ruggeri, 10 luglio 2021