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Conte e la guerra Colao-Draghi - Seconda parte

Il guru del Movimento 5 Stelle, vicino ai big tech cinesi, sa pure che General Atlantic, il fondo di Colao, di atlantico ha solo il nome. Investe, infatti, massicciamente nel paese del dragone e ha una decina di società cinesi in portafoglio che si occupano di piattaforme streaming e biomedicali. Mentre Draghi, al contrario, è considerato da sempre, per studi, vocazione e rapporti, l’italiano più vicino alle lobby di potere Usa, con Goldman Sachs in testa. Per super Mario si sta infatti muovendo il Deep State americano, deciso, nell’ordine, a polverizzare il M5S, ormai considerato primo partito cinese d’Italia, a spezzare l’asse Vaticano-Mattarella, che offre copertura all’influenza di Xi Jinping in Italia, e soprattutto a evitare che l’Italia, per salvarsi dal default, si faccia sottoscrivere il proprio colossale debito pubblico dalla Cina.

Ma tra Colao e Draghi la differenza è la stessa che passa tra un gattone e una pantera. Mentre per l’attuale Premier la sua prigionia forzata a Palazzo Chigi assomiglia sempre di più al Conte di Montecristo, la festa sta per finire e non gli resta che consolarsi con le ultime nomine che possono sempre venirgli comode per il suo nuovo curriculum.

Luigi Bisignani per Il Tempo 19 aprile 2020

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