Sullo sfondo di questo scacchiere internazionale in cui l’Italia è assente, al nostro Presidente del Consiglio è stato permesso anche di cambiare il direttore dell’AISE, il generale Luciano Carta, che, dopo un anno e mezzo di apprendistato, stava svolgendo con autorevolezza il suo ruolo. A sentire le voci di Forte Braschi, aveva però un problema: non era in sintonia con un suo vecchio sottoposto, il caro generale Gennaro Vecchione che Conte ha preteso come capo del DIS. Ed ecco che dalla toga dell’avvocato degli italiani spunta come candidato per dirigere l’AISE l’ammiraglio Carlo Massagli, un tarantino di 61 anni parcheggiato da tempo a Palazzo Chigi come consigliere militare senza alcuna esperienza del settore, ma con il pregio di essere in grande sintonia con Vecchione, per risarcirlo della mancata nomina a Capo di Stato Maggiore della Marina alla quale potrebbe ancora invece autorevolmente aspirare.
Su questo ammiraglio riservato e inappuntabile resta storica una simpatica battuta del solito Rocco Casalino: “Come indossa lui la divisa bianca non la indossa nessuno”. Ma almeno questa volta, sembra che il nostro Presidente della Repubblica non lo permetterà. Anzi, pare che il Quirinale voglia suggerire al Premier, sempre che rimanga in sella, di abdicare alla delega dei servizi, della quale è perdutamente innamorato stante la sua ossessione per i complotti, per riporla nelle mani di uomini di esperienza come, ad esempio, Marco Minniti, che come pochi ha dimostrato di conoscere l’affaire libico. In questo modo, forse, si eviterebbe una nuova stagione di sbarchi.
Luigi Bisignani, Il Tempo 26 aprile 2020