Secondo Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione Nazione della Stampa Italiana (FNSI), la piccola kermesse politico-culturale organizzata da Bruno Vespa nella sua masseria pugliese si è “tramutata in un maxi spot a una iniziativa imprenditoriale dell’artista” ed è stata “una ulteriore dimostrazione di sudditanza al governo”.
La sinistra contro Vespa
Visto che il nostro Paese è pieno di iniziative di questo tipo (proprio nelle stesse ore a Bologna La Repubblica ha organizzato la sua faziosissima parata annuale), il fatto che solo ora la Federazione faccia sentire la sua voce puzza sicuramente di bruciato. Ci piacerebbe che tanto zelo fosse speso per cercare di frenare l’emorragia di vendite dei giornali e la crisi generale del giornalismo.
Il dubbio più che legittimo è che il problema sia Vespa, da una parte, e questo governo, dall’altra. Bruno Vespa dà sicuramente fastidio alla sinistra mediatico-culturale che domina da sempre come una cappa in questo Paese: è un autore di successo, è un professionista di eccellenza, ha consenso di pubblico e soprattutto non è prevenuto a priori con la destra. Quanto al governo, per questi soloni esso non ha il diritto di fare quello che gli altri governi, tutti di sinistra, hanno sempre fatto, né tantomeno di bilanciare con la presenza dei suoi leader il predominio di quelli delle parte avversa.
Doppio standard
Interessi privati? E chi non ne ha? Perché forse i vari festival di cui la penisola è piena, che godono di budget favolosi e che mai danno spazio a posizioni diverse da quelle egemoni, non favoriscono imprese e gruppi sempre della stessa parte politica? E che non è forse legittimo avere, nel pieno rispetto delle regole e delle leggi, anche un proprio profitto personale, tanto più si si garantisce un servizio al pubblico in modo onesto e senza partigianerie? Che la macchina messa su da Fazio, giusto per fare un esempio, pratica forse il pauperismo?
Per approfondire:
- A cena da Baglioni sì, da Vespa no. Sinistra schizofrenica su Schlein
- Galli torna in tv (e Vespa lo asfalta)
- Vespa rivela: “Quello a Berlusconi fu un processo strano…”
Almeno Vespa, rispetto al miliardario conduttore fuggito su un’altra rete per soldi e che specula nel fare la vittima, è sicuramente più pluralista. E che Meloni e Salvini non possono avere il diritto di dire la loro, ed illustrare ad esempio agli italiani le idee che ispirano il loro governo, mentre Prodi ha quello di ridurre a parodia la politica della destra come ha fatto ieri a Bologna? Il problema è sempre lo stesso: in questo Paese la sinistra si riempie la bocca della parola “democrazia” ma di cosa sia una cultura democratica e liberale non ha proprio idea! Forse è una questione genetica, ma anche da questo punto l’esame del DNA viene praticato (tarando i risultati) solo all’altre parte.
Corrado Ocone, 11 giugno 2023