Vorrei sapere contro chi se la prendono i maestri cantori di Bella Ciao che scaldano le ugole in vista del 25 aprile. Perché quest’inno retorico non ha più niente del lamento delle mondine ottocentesche, è diventata la colonna sonora dei razzisti ossessivi. Bella ciao contro chi? Contro il Coronavirus no, è cinese, è compagno, la Cina è sempre vicina. Contro il lockdown? Macché, la sinistra a chiacchiere libertaria, in realtà liberticida, mai come in corso di pandemia ha disvelato i suoi pruriti, la mania di controllo, di censura, di segregazione, di menzogna, di polizia politica, di forca, di rappresaglia, gratta il Democratico e troverai lo stalinista.
E allora: Bella Ciao contro i sovranisti; contro gli euroscettici; contro chi è contro il Mes; contro chi non accetta altri X mesi di cattività: contro chi non gradisce la suppostapp su per quel posto; contro chi si sdegna del braccialetto elettronico, tanto per ricordarci che, se non collaboriamo alla nostra rovina, siamo delinquenti, galeotti, feccia da tenere reclusa a differenza dell’altra, che piace tanto ai centri sociali e al professorino sfigatello Christian Raimo.
Bella Ciao contro Fontana e Gallera, contro “le regioni del nord”, da ingabbiare al completo e poi commissariare. Bella Ciao contro le opposizioni, anche ridotte al lumicino. Bella Ciao contro chi stona nel canto libero di obbedienza del giornalista unico, spalmato, inverecondo. Bella Ciao contro chi non si fida del megavaccino consigliato dai soliti noti virologi, e magari sospetta una overdose di ossitocina “per guarire dal sovranismo”, come, in pieno delirio da gulag, deliravano i piddini qualche settimana fa (ricordate?). Bella Ciao contro chi si permette di disturbare il manovratore, il Conte zio, perché solo la nomenklatura comunista deve farlo cadere, al momento giusto. Bella Ciao contro chi ipotizza una manipolazione di laboratorio di questo accidente tuttora incompreso. Bella Ciao per chi si oppone alla via della Seta, che è una colonizzazione di stampo africano spianata dai Giggini, dai Giuseppi, e dai nostalgici della Rivoluzione Culturale dei cento fiori morti.
Bella Ciao contro chi ragiona e teme la grecizzazione del paese. Bella Ciao contro chi si azzarda a scrivere che dietro la app miracolosa dei giovani favolosi della Svizzera ci sta Huawei, vedi un po’. Bella Ciao contro chi denuncia l’atavica diffidenza, più odio in realtà, di questo potere rosso-rosso-rosso verso imprese, aziende, autonomi, partite Iva, artigiani, commercianti e più in generale contro l’individuo capace di creare qualcosa nella vita. Bella Ciao contro il capitalismo, causa e origine – chissà perché, chissà come – di questo e di tutti i mali. Bella Ciao contro Donald Trump, Boris Johnson, e tutti quelli che non si piegano al pensiero unico di questa curiosa globalizzazione in salsa noglobal. Bella Ciao per chi non crede e non cede al delirio gretino dei cambiamenti climatici (causati dal capitalismo). Bella Ciao per chi si accorge dell’Oms marxista-leninista e non gli sta bene. Bella Ciao per chi non capisce che senso abbia regolarizzare 600mila compagni clandestini, anzi lo capisce benissimo.
Bella Ciao per chi non regge più le frasi fatte, piene di fumo, gli slogan bergogliani, i “dobbiamo cambiare”, “la natura si vendica” (sic), “ce lo meritiamo”, “è colpa nostra” e tutto il resto di un grigio armamentario che si vergogna di ammettere che spera nella pandemia per recuperare una patologica società basata sulla dittatura del proletariato provvisto di smartphone e di app dai nomi seducenti: “Immuni”, “Panopticon”, “Big Brother”, “Brand New World”. Nessuno imprenditore, tutti “person of interest”.
Bella Ciao per le rese dei conti, le gogne circolari, i giornalisti da zittire e diffamare, i cittadini da inseguire, da multare, da umiliare con la scusa della sicurezza. Bella Ciao contro chi non capisce come mai l’Ordine dei giornalisti, Bella Ciao Ciao Ciao, si preoccupi di zittire non solo Feltri ma pure chi lo invita e invece non ci senta coi capiredattori che vogliono internare la figlia di Salvini, i televignettari delle bare scaricate nel burrone da Fontana, gli zdanoviani che incitano all’odio contro la Lombardia, che si augurano la morte di capi di stato e di governo avversi, che paragonano l’opposizione al coronavirus, che vogliono “Gallera in galera” e “Bertoleso che occupa un letto”, si vola alto, e via dicendo. Bella Ciao per questo sgangherato ma meticoloso esperimento sociale di stampo davvero comunista che ci avvolge da due mesi.
Bella Ciao per le associazioni reduciste cui noi tutti, con le nostre tasse, paghiamo la faziosità senile, la nostalgia per gli aspetti peggiori del settarismo, il disprezzo travestito da solidarietà. Bella Ciao per i sindaci e i fanatici che pretendono di violare la zona rossa per le loro manifestazioni forcaiole, in cui si rinfresca ogni anno l’odio violento, manesco, squadrista verso tutto e tutti dagli ebrei ai leghisti, ai “fascisti”, a quelli che si fanno i fatti loro. Bella Ciao per l’Associazione Bella Ciao, unica legittimata (dal governo) a violare la zona rossa per la sua missione di divisione e di odio; chi va a messa trattato da cane in chiesa, chi pretende di seppellire un parente ammazzato dal Coronavirus multato e se non basta internato.
Bella Ciao da cantare sul balcone, senza amore ma con tutta la rabbia che si ha in corpo, per contarsi, per contorcersi, per inneggiare ancora al comunismo rivoluzionario, per liberare quella furia che alberga ancora intatta in troppi, decrepiti o giovani.
Ciao, Belli. Sfogatevi, Bella Ciao, è il vostro giorno da cappio e da balcone, oggi è la democrazia come la intendete voi. Progressiva, togliattiana.
Max Del Papa, 23 aprile 2020