Contro il centrodestra scatenano persino la Digos

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Ci auguravamo fosse finita lì. E invece no. Quando la sinistra sfodera i nani e le ballerine, cioè attori, cantanti, scrittori, vuol dire che il gioco si fa duro e che la roba è tanta. Così, ci informa Repubblica, che “la protesta” contro la manifestazione del 2 giugno “corre sui social”, “da Fedez a Sandro Veronesi “ (Luigi Nono e Italo Calvino, scansatevi!)

Sorridiamo meno però quando vediamo il titolo di prima del Fatto Quotidiano, erede della sinistra brutta sporca e cattiva incarnata, in era pre Molinari, da Repubblica: “Destravirus”. E ci provocano qualche brivido, giusto perché, Maurizio Molinari o no, largo Fochetti è sempre largo Fochetti, pure gli articoli del cacciatore di fascisti Paolo Berizzi che, nel mescolare tutto, dal centrodestra ai forconi, da Casa Pound a Forza Nuova, ci sembrano più che altro lanciare un segnale alle procure e alle questure: Antonio Tajani braccio a braccio con neonazi? In fondo è lo stesso schema mentale dei comunisti fin dai tempi di Stalin: chi non sta con la sinistra è sempre potenzialmente un fascista.

E le questure pare si stiamo muovendo. Sempre Repubblica ci informa che la Digos starebbe visionando i filmati della manifestazione romana.

Digos, capito? Non polizia municipale o carabinieri, no la divisione di polizia “politica” le cui competenze, cito da Wikipedia sono « il terrorismo a livello nazionale ed internazionale, anche di tipo informatico e telematico. Controlla anche tutte le attività di gruppi estremistici che perseguono scopi di sovvertimento sociale con il ricorso alla violenza, e constatata l’illegalità nelle manifestazioni sportive ad opera di gruppi di tifosi violenti organizzati (es. i cosiddetti ultras).”

Ora, sono stato alla manifestazione di Roma e non ho visto né terroristiultras ma gente comune, soprattutto militanti di Fdi e di Lega, più non pochi giovani. Gli unici che creavano veri assembramenti erano i giornalisti per avvicinarsi a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni. Ne ho visti comunque meno, di assembramenti, di quelli che un’ora prima bloccavano via del Corso dal lato opposto per vedere Sergio Mattarella all’Altare della Patria e le Frecce tricolori.

Per questo  ha fatto benissimo la Meloni a scrivere che “le multe arriveranno a noi perché siamo scomodi al regime. E come tutti i regimi, anche questo pensa di poter utilizzare la polizia per intimorirci”. Trovavo idiota che qualche zelante funzionario facesse togliere, Salvini ministro, gli striscioni che lo contestavano. Ma vi immaginate se la Digos, durante il governo Conte I, avesse controllato una manifestazione cui partecipavano Nicola Zingaretti, Matteo Renzi, Emma Bonino e Pierluigi Bersani? Sarebbero scesi i carri armati tedeschi, ehm della Ue, sotto forma di moniti,  certo…

“È tutto normale?”, si chiede Giorgia Meloni alla fine del suo post. No, non c’è niente di normale.  Giornali e tv di regime scatenati che, oltre a riportare il falso, ora blandiscono ora minacciano l’opposizione, dividendola in buoni (i berlusconiani) e cattivi (i sovranisti) , bonzi come Romano Prodi e Beppe Sala che invocano il “nuovo socialismo”, la polizia politica che tiene d’occhio le manifestazioni, il ricatto morale della strategia della tensione sanitaria, per cui se critici i virologi di governo diventi un negazionista e quindi potenzialmente un untore, magari da segnalare alla app Immuni…

Non fosse per il fatto che nei supermercati di papier toilette ancora ve n’è in abbondanza, e che Giuseppe Conte non ha i baffi, crederei di essere a Caracas.

Marco Gervasoni, 4 giugno 2020

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