Cronaca

L'omicidio di Giulia

Contro il patriarcato (ma proni all’Islam)

L’ultimo femminicidio ha scatenato la caccia all’uomo bianco occidentale. Ma c’è dell’incoerenza

Giulia Cecchettin

Ovunque nel Paese c’è grande sgomento per la tragica scomparsa di Giulia Cecchettin, la 22enne originaria di Vigonovo, in provincia di Venezia, massacrata con venti coltellate alla testa e al collo dal fidanzato, Filippo Turetta, e rinvenuta cadavere nelle scorse ore nella zona del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. E non potrebbe essere diversamente, vista la morte cruenta della povera ragazza e l’efferatezza con la quale proprio lui, l’uomo che avrebbe dovuto amarla, è stato capace di toglierle la vita. Abominevole il gesto, sacrosanta l’indignazione. Fuori discussione.

Ciò che invece risulta inammissibile è il reiterato tentativo di una certa politica, o meglio di una certa ideologia, di strumentalizzare un simile dramma al fine di scagliarsi contro l’esecutivo in carica e i valori da questo rappresentati. Davvero squallido anche solo pensare di poter lucrare politicamente sulla morte violenta di una ragazza di soli 22 anni. Come se a tragedie come questa potesse essere associata questa o quella casacca, questo o quel colore politico. Ma l’ideologismo puro e dogmatico, si sa, non si ferma davanti a nulla, neppure dinanzi a un dramma di una tale entità, neanche a costo di dover servirsi, per finalità meramente propagandistiche, dell’assassinio di una giovane donna e dell’immane dolore dei suoi familiari. E quindi, via con la ricerca dei mandanti morali del delitto: il patriarcato, l’uomo, il governo di centrodestra, i valori della cultura conservatrice, e persino Dio. Tutto fa brodo per progressisti e femministe. Tutto pur di ricondurre la vicenda sul terreno della lotta politica e attaccare la coalizione a sostegno dell’esecutivo, e, più in generale, il modello occidentale.

Leggi anche

Perché è proprio questo il punto: si usa un episodio, deprecabile per carità, per delegittimare un’intera civiltà, un intero sistema di valori, un intero genere. Si registrano dei casi di femminicidio? Il colpevole non è mai il vero colpevole, bensì: l’Occidente, il conservatorismo cattolico, il maschio bianco in generale, l’eterosessualità. Condannati senza appello. Non si discute. Peccato solo che quegli stessi turbo-progressisti in salsa arcobaleno, che etichettano l’uomo occidentale come un criminale e l’Italia come una società arcaica e patriarcale, siano gli stessi che da settimane difendono a spada tratta i terroristi di Hamas e i valori dell’Islam più radicale. Perché quello islamico integralista no, non è affatto un modello arcaico né tantomeno patriarcale, garantisce diritti, libertà e uguaglianza alle donne, le rispetta e non le colpisce. Il massimo a cui il genere femminile possa aspirare, al contrario dell’Italia e del mondo occidentale nel suo complesso, ormai ridotto dalla propaganda progressista a un branco di assassini, stupratori, uxoricidi e intolleranti. Senza dimenticare ipocriti e sciacalli, quelli non mancano mai, soprattutto dinanzi a tragedie come quelle di Giulia.

Salvo Di Bartolo, 22 novembre 2023