Alla fine contro i centri per migranti in Albania è rimasto solo il Pd. O meglio: il Pd e il resto della galassia della sinistra italiana, l’unica nel suo genere a mantenere una ferrea posizione pro porti aperti mentre Macron, Scholz, la Gran Bretagna e diversi partiti socialdemocratici si apprestano a chiudere frontiere, “deportare” migranti in stile Trump e invocare una stretta sugli ingressi di stranieri. Anche l’Europa, a ben vedere, ha deciso di sposare la linea dura arrivando addirittura a mettere il bollino verde sulla più criticata delle misure meloniane, ovvero quei centri costruiti sul territorio di uno Stato terzo che tanti leader europei stanno guardando con attenzione. Secondo il Commissario all’Interno Magnus Brunner, infatti, il protocollo Italia-Albania è “molto positivo”.
“L’Italia è un partner molto importante per noi sul tema della migrazione e dei rimpatri: penso che l’Italia stia cercando di trovare nuovi modi per garantire che i rimpatri avvengano davvero ed è molto positivo avere nuovi approcci”, ha detto il commissario all’Ansa. “Dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni che funzionino nella pratica e ora sto lavorando alla creazione di un quadro giuridico per sostenere i 27 nell’effettuare i rimpatri in modo efficace, quindi condividiamo pienamente questo obiettivo”.
Ricevuto l’assist Ue, Meloni non ci ha pensato due volte a coglierlo al volo. “Il governo è determinato a portare avanti, soprattutto alla luce dell’interesse e del sostegno mostrato da sempre più nazioni europee, il protocollo Italia-Albania – ha detto -: siamo determinati a trovare una soluzione ad ogni ostacolo che appare. Non solo perché crediamo nel protocollo ma anche perché rivendichiamo il diritto della politica di governare secondo le indicazioni dei cittadini e il dovere della politica di assumersi le sue responsabilità”. La situazione non è semplicissima, come noto: i giudici per tre volte hanno negato la convalida del trattenimento dei migranti nei centri albanesi, vanificando così la possibilità di tenerli lì fino alla conclusione del percorso di verifica del diritto di asilo e, in caso, della loro espulsione. Il Belpaese attende la sentenza della Corte Ue a cui i giudici hanno fatto ricorso per dirimere la questione del “Paese sicuro” e “Paese non sicuro”. Ma intanto alla ‘Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia sulle linee d’indirizzo per le politiche di contrasto all’immigrazione irregolare’ in corso alla Scuola superiore amministrazione dell’Interno, Meloni è stata chiara: “Il governo dei flussi migratori è una questione sulla quale l’indicazione che arriva dalla maggioranza dei cittadini è molto chiara: ci chiedono di fermare immigrazione illegale perché produce insicurezza, mancata integrazione, incapacità di garantire lo Stato di diritto. E anche perché l’immigrazione illegale di massa è la prima nemica della migrazione legale”.
Opposti e contrari, ovviamente, ci sono gli esponenti dell’opposizione. Che se la prendono non solo con Meloni, rea di voler andare avanti col protocollo anche se “il progetto si sta rivelando un fallimento sotto ogni aspetto”. Ma il Pd critica anche la Ue che si sarebbe esposta così tanto a favore del piano Albania. “Come già dimostrato dai fatti, il protocollo rimane un progetto fallimentare, costosissimo, contro i diritti umani e le normative internazionali e Ue”, attacca Alessandro Zan, vice presidente della commissione Libe, responsabile diritti nella Segreteria Pd. “Le dichiarazioni del Commissario Brunner appaiono quanto meno sorprendenti, soprattutto perché Giorgia Meloni ha scialacquato un miliardo di euro dei contribuenti italiani che poteva invece essere investito nella sanità pubblica. La Commissione deve garantire il sistema europeo comune di asilo, le norme comuni dell’Ue in materia di migrazione, per non lasciare sola l’Italia e non cercare scorciatoie sbagliate e inumane. Come può quindi condividere gli obiettivi del modello Albania e sostenere l’elusione degli obblighi internazionali e Ue? Dal Parlamento Ue continueremo a vigilare e far sentire la nostra voce contro ogni violazione e contro ogni ulteriore sperpero di denaro pubblico.”