Commenti all'articolo Contro la santificazione di Enrico Berlinguer
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Carla
12 Settembre 2019, 18:18 18:18
La felicità di scoprire il blog dell’ eccellente Porro. Evviva!
Un like al commento di Anna.
Massimo Apostoli
13 Giugno 2019, 0:05 0:05
Sallusti non hai speranze. I lacchè della tua specie non hanno capito e non capiranno mai. Meglio così, in fondo, per tutti noi che continueremo a specchiarci in Berlinguer e nella sua visione. Tu continua a citare Andreotti. Ti qualifica.
Tommaso
12 Giugno 2019, 17:14 17:14
Sig.ra Anna ha fatto un quadro perfetto della situazione italiana qual era e qual è ancora.
Tommaso
12 Giugno 2019, 17:06 17:06
Ci mancherebbe anche questo: santificare Berlinguer. Non è comunque un’idea peregrina oggigiorno con il papa e la chiesa che ci ritroviamo. Certo che la repubblichetta succeduta alla guerra non si è fatto mancare proprio niente in questi anni per deliziarci con le sue immense “fregnacce” pseudo-politiche, eccettuato forse il periodo ristretto con De Gasperi primo ministro. Il resto è stato niente. Solo spendificio che ha creato la montagna di debiti che abbiamo ancora sul groppone ed istituzioni autoreferentarie e fuorilegge. Rispondono solo a se stesse e fanno quello a seconda di come si alzano al mattino. Ed hanno pure il coraggio di prendersela con Salvini per tutto ciò che ancora non va a causa di codesta gente che ci avrebbe governato nei decenni scorsi e continua a non andare a causa dei danni immensi procuratici da chi sappiamo.
Valter
12 Giugno 2019, 13:20 13:20
Non è vietato commemorare Berlinguer, basta mettere in chiaro che si commemora uno che era comunista fin nel midollo, una versione ammodernata del già pragmatico Togliatti. Ed è pur vero che cercò di allentare il legame con l’URSS non senza correre rischi anche personali, ma solo per la scelta di politica interna del compromesso storico non condivisa da Mosca, non certo per convertire il PCI alla socialdemocrazia. Vero che il cattocomunismo è una cultura antitetica a quella liberale, ma credo che fu la logica conseguenza delle scelte degli italiani che premiavano con oltre il 30% dei suffragi il PCI perché comunista e la DC perché partito del vaticano e delle clientele. Agli italiani, purtroppo, la cultura liberale, che al massimo di libertà degli individui coniuga il massimo di responsabilità, non è mai piaciuta granché e men che meno piaceva all’epoca: essere liberi comporta sempre dei rischi e allora meglio avere un padrone che rischiare in proprio. Da allora sono cambiati i padroni, non gli italiani.
lister
12 Giugno 2019, 12:22 12:22
Uno dei motti storici del comunismo è (era?):
“La proprietà è un furto”
La famiglia Berlinguer era proprietaria (tra l’altro) di un’isola sarda: l’isola Piana nel Golfo dell’Asinara…
Ovvero: “fate quello che dico io ma non fate quello che faccio io”.
La felicità di scoprire il blog dell’ eccellente Porro. Evviva!
Un like al commento di Anna.
Sallusti non hai speranze. I lacchè della tua specie non hanno capito e non capiranno mai. Meglio così, in fondo, per tutti noi che continueremo a specchiarci in Berlinguer e nella sua visione. Tu continua a citare Andreotti. Ti qualifica.
Sig.ra Anna ha fatto un quadro perfetto della situazione italiana qual era e qual è ancora.
Ci mancherebbe anche questo: santificare Berlinguer. Non è comunque un’idea peregrina oggigiorno con il papa e la chiesa che ci ritroviamo. Certo che la repubblichetta succeduta alla guerra non si è fatto mancare proprio niente in questi anni per deliziarci con le sue immense “fregnacce” pseudo-politiche, eccettuato forse il periodo ristretto con De Gasperi primo ministro. Il resto è stato niente. Solo spendificio che ha creato la montagna di debiti che abbiamo ancora sul groppone ed istituzioni autoreferentarie e fuorilegge. Rispondono solo a se stesse e fanno quello a seconda di come si alzano al mattino. Ed hanno pure il coraggio di prendersela con Salvini per tutto ciò che ancora non va a causa di codesta gente che ci avrebbe governato nei decenni scorsi e continua a non andare a causa dei danni immensi procuratici da chi sappiamo.
Non è vietato commemorare Berlinguer, basta mettere in chiaro che si commemora uno che era comunista fin nel midollo, una versione ammodernata del già pragmatico Togliatti. Ed è pur vero che cercò di allentare il legame con l’URSS non senza correre rischi anche personali, ma solo per la scelta di politica interna del compromesso storico non condivisa da Mosca, non certo per convertire il PCI alla socialdemocrazia. Vero che il cattocomunismo è una cultura antitetica a quella liberale, ma credo che fu la logica conseguenza delle scelte degli italiani che premiavano con oltre il 30% dei suffragi il PCI perché comunista e la DC perché partito del vaticano e delle clientele. Agli italiani, purtroppo, la cultura liberale, che al massimo di libertà degli individui coniuga il massimo di responsabilità, non è mai piaciuta granché e men che meno piaceva all’epoca: essere liberi comporta sempre dei rischi e allora meglio avere un padrone che rischiare in proprio. Da allora sono cambiati i padroni, non gli italiani.
Uno dei motti storici del comunismo è (era?):
“La proprietà è un furto”
La famiglia Berlinguer era proprietaria (tra l’altro) di un’isola sarda: l’isola Piana nel Golfo dell’Asinara…
Ovvero: “fate quello che dico io ma non fate quello che faccio io”.