Lo confesso, non ho la più pallida idea di come sarà il 2020. Dovrei tacere, invece, come mi succede ogni anno dal 2011, vengo assalito dall’ambizione di fare una previsione. È una previsione ripetitiva, sempre la stessa: “L’anno che verrà sarà peggio del precedente”. Il fatto curioso è che io ho una visione positiva della vita, amo profondamente l’Italia, stimo i miei concittadini, ogni anno spero si sia toccato il fondo, che quello passato sia stato l’ultimo anno negativo, che le attuali leadership prendano atto del loro fallimento, e con dignità tolgano il disturbo, e si possa così ripartire, certo, con un altro modello economico, politico, culturale.
Molti anni fa scrissi che il criterio secondo cui il Ceo capitalism, in questo suo autunno, sceglie le sue leadership, sia politiche (Premier e ministri), sia laiche (CEO) è quello del “peggiore”. Così quando lo vogliono sostituire, uno peggiore di lui, più servo di lui, lo trovano sempre nel sottobosco o politico o accademico o della magistratura o dell’alta burocrazia. Questo modello però con Giuseppe Conte si è inceppato. Forse causa il periodo estivo, non hanno trovato nessuno politicamente peggio di lui. Hanno avuto però un’intuizione geniale. Loro sapevano che costui, politicamente parlando, così come i suoi predecessori, era fatto di olio, argilla, cera, zolfo. Era cioè plastilina, pongo. Bastava una riverniciatura ideologica sinistra ed era fatta. In letteratura sarebbe stato Humbert-Humbert di Vladimir Nabokov nome doppio, stante la sua personalità doppia, doppiamente insidiosa.
Torniamo al punto, come sarà il 2020? L’analisi di sistema più interessante è quella di Credit Suisse. Il suo Report ha un titolo colto “Dopo tutto, resilienza”. Resilienza, nell’accezione di capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento, è parola oggi molto di moda, perché è termine cortigiano per eccellenza. Credit Suisse è stato cauto sulla guerra commerciale Usa-Cina, prudentissimo sui risvolti alle elezioni americane, infine la sintesi è stata: “I mercati globali daranno prova di notevole resilienza (rieccola!) di fronte a queste sfide (scrive sfide, in luogo di crisi)”.
Leggetelo, il Report spazia dalla geopolitica, alla crescita economica, all’inflazione, ai tassi di interesse, al reddito fisso, alle azioni, all’immobiliare, alle materie prime, ai cambi. Su ciascuna di queste afferma, con grande competenza economica, ovvietà ovvie. È il classico documento cortigiano, già usato ai tempi della dinastia cinese Tang (618-907 dopo Cristo, l’Impero antico più simile all’Europa franco-tedesca di oggi), proprio dagli eunuchi, per tranquillizzare ogni anno l’ottuso Imperatore in sede di bilancio consuntivo. L’Impero ogni anno degradava, i cittadini se ne accorgevano, ma temevano gli eunuchi, la loro ferocia. Un giorno, stufi, dissero basta, il bubbone scoppiò, arrivò il generale Zhu Wen, trucidò tutti gli eunuchi. Quindi l’Imperatore. Prese il suo posto. Così finì la dinastia Tang.