Donald Trump sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Una vittoria chiara, netta e limpida contro la candidata democratica Kamala Harris, data in vantaggio per settimane da sondaggi e giornali. Ma la realtà ha superato la fantasia: il tycoon ha vinto tutti gli Stati in bilico: dalla Pennsylvania al Michigan al Wisconsin, passando per la Georgia e la North Carolina, fino all’Arizona e al Nevada. “Stasera il popolo americano ha dato a Donald Trump un mandato chiarissimo per il cambiamento” il primo commento di Elon Musk, che in un altro tweet si è lasciato andare all’entusiasmo sostenendo che “il futuro sarà fantastico”. E iniziano a emergere i primi dettagli di questo trionfo di The Donald.
Uno dei fattori che ha consentito a Trump di tornare alla Casa Bianca è il netto rifiuto degli americani verso l’amministrazione di Joe Biden, di cui Kamala è stata vice (anche se ha rinnegato). Glorificato dalla stampa internazionale, da quella italiana in primis, l’82enne paga scelte scellerate che hanno affossato la fiducia nei confronti dei democratici. L’America profonda ha detto no all’immigrazione clandestina, all’inflazione e alle guerre. La cronaca ha dato ragione agli allarmi dei repubblicani, così come l’andamento dell’economia: due americani su tre hanno stroncato senza mezzi termini la linea di Biden. Ma è anche un no al gender e al woke, due colonne della sinistra americana negli ultimi anni: i problemi degli americani sono altri, non l’esasperata promozione dei diritti dei trans o di questa o quella minoranza.
La vittoria di Trump conferma anche il rifiuto degli americani nei confronti di una campagna elettorale come quella della Harris basata esclusivamente sulla demonizzazione dell’avversario. Poche e strampalate proposte accompagnate da un continuo denigrare il candidato repubblicano: tornano i nazisti, diritti delle donne a rischio, allarmi di ogni tipo. Un po’ come la sinistra in Italia, avara di idee ma supportata da media manutengoli. Evidentemente Trump non fa così paura agli americani come Obamala sperava. La dem avrebbe potuto chiedere un feedback al Partito Democratico italiano, reduce da diverse batoste.
Un successo contro tutto e contro tutti, con buona pace dei sondaggi speranzosi e della fiducia delle elite. Entrando nel dettaglio dei voti conquistati, Trump è riuscito ad assicurarsi il sostegno degli elettori under 30, tradizionalmente bacino dei democratici. Secondo quanto rivelato da Nbcnews, the Donald ha raccolto più voti tra questo blocco di elettori di qualsiasi candidato repubblicano dal 2008. L’andamento tra i giovani maschi è quasi alla pari: Kamala al 49%, Trump al 47%. L’ex presidente ha ottenuto buoni risultati anche tra le giovani donne (36%). Un vero e proprio boom è stato quello registrato tra gli ispanici: 54% contro il 45% raccolto dalla Harris. Parliamo di un +18% rispetto alle presidenziali del 2024, dettaglio non di poco conto.
Franco Lodige, 6 novembre 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).