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Contro woke, gender e immigrazionismo va riscoperta la libertà

“Conservare la libertà”, titolo del primo libro di Nello Simonelli, non vuol dire resiste al cambiamento ma affrontarlo difendendo i valori

conservare la libertà

Conservare la libertà: difendere i valori in un mondo che cambia

Autore: Nello Simonelli
Anno di pubblicazione: 2024

Conservare la libertà: difendere i valori in un mondo che cambia“, di Nello Simonelli ci offre una guida utile per navigare nelle acque agitate della politica e della società odierna. Il saggio è un viaggio attraverso le sfide del nostro tempo: dall’immigrazione al dibattito sull’identità di genere, dalla pandemia alla crisi energetica, senza mai perdere di vista il fondamentale principio della libertà. Attenzione: non si parla della libertà in astratto, bensì di una libertà concreta, radicata nei valori e tradizioni che hanno fatto grande l’Occidente.

Simonelli, responsabile in Abruzzo del think tank Nazione Futura e consigliere comunale della città di Avezzano, non ha paura di prendere posizione su temi scomodi. La sua critica al movimento woke é netta ma sempre ben argomentata. Non lascia spazio a luoghi comuni o polemiche vuote: ogni capitolo contiene una riflessione che spinge il lettore a farsi domande e, perché no, a mettersi in discussione.

C’é un’energia contagiosa in queste pagine. L’autore ci ricorda che conservare non significa resistere al cambiamento, bensì affrontarlo con radici salde. E lo fa parlando col lettore, senza fronzoli, senza remore.

Si spazia dalla difesa della proprietà privata alla famiglia, fino al rapporto tra sicurezza e libertà. Simonelli mostra come valori all’apparenza antichi siano in realtà modernissimo e indispensabili per affrontare le sfide di oggi e, soprattutto, di domani.

Il testo é perfetto per chi sente che il mondo corre troppo veloce e vuole fermarsi a riflettere. È un invito a prendere posizione, a non essere spettatori ma protagonisti di un futuro che possiamo ancora costruire.

“Conservare la libertà” tiene incollato fino all’ultima pagina. È quando si chiude, resta la voglia di porsi ancora interrogativi. Un piccolo must have per chi crede che i valori siano alla base del cambiamento.

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