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Coppa Davis, i segreti del successo di Sinner&co

Storica doppietta dell’Italia che liquida la pratica Olanda e si prende il secondo trofeo in due anni. Protagonisti Jannik e Berrettini

Il tennis mondiale si tinge sempre più di azzurro.

A distanza di pochi giorni dal fantastico trionfo al femminile nella Billie Jean King Cup, i ragazzi guidati da capitan Volandri conquistano una strepitosa Coppa Davis, confermandosi una volta di più la nazionale da battere.

Per l’Italia si tratta della terza insalatiera della propria storia; e se tra la prima e la seconda erano trascorsi quasi 50 anni, nel 2024 si è materializzato uno spettacolare back to back bissando così il trionfo di appena 12 mesi fa sempre in terra di Spagna.

Paradossalmente questo successo acquisisce un valore specifico ancora maggiore rispetto a quello del 2023 poiché se già risulta difficile vincere, spesso e volentieri risulta ancora più difficile confermarsi; e gli azzurri sono riusciti in questa impresa gestendo al meglio la grande pressione che aleggiava su di loro, giunti a Malaga da campioni in carica ed accreditati come grandi favoriti per la vittoria.
Peraltro la fase finale della competizione era partita con il piede sbagliato con l’inattesa sconfitta di Musetti nel primo singolare contro l’argentino Cerundolo che ha messo fin da subito i nostri ragazzi con le spalle al muro costringendoli all’immediata rimonta per non uscire anzitempo dal torneo.

Difficile spiegare a parole la magia della Coppa Davis, competizione in grado di trasmettere emozioni incredibili e di tenere incollati davanti alla televisione milioni di appassionati; gran parte del suo fascino risiede probabilmente nel fatto che una disciplina tipicamente individuale come il tennis si “trasforma” in uno sport di “squadra” in cui i singoli si mettono al servizio del gruppo.

Peraltro questo format compresso della fase finale, abbinato alle motivazioni extra che solo la Coppa Davis è in grado di fornire, crea le condizioni ideali per generare risultati talvolta inaspettati con nazionali “outsider” capaci di estromettere dalla competizione team sulla carta ben più dotati in termini di talento e tecnica. Esempio emblematico di questo è il cammino dell’Olanda che è riuscita a raggiungere l’ultimo atto della Davis battendo a sorpresa nei quarti i padroni di casa della Spagna e surclassando la Germania in semifinale.

Non si può non sottolineare come gli uomini copertina di questa fantastica cavalcata (nonché autentici trascinatori dell’Italia) siano stati Jannik Sinner e Matteo Berrettini.

Il fuoriclasse altoatesino ha suggellato a Malaga una annata strepitosa nella quale ha scritto nuove e gloriose pagine del tennis azzurro ed in cui spiccano 2 Slam (Australian Open e US Open), le Finals di Torino e la vittoria in Davis; annata nella quale ha raggiunto la vetta della classifica ATP mostrando una ulteriore crescita e maturazione sia a livello tecnico che mentale.

Uno Jannik sempre più leader che ha saputo prendere per mano la squadra nei momenti difficili, con grande naturalezza e serenità risultando pressoché ingiocabile per tutti gli avversari che ha trovato sul suo cammino in quei di Malaga. Dopo aver demolito l’argentino Baez nei quarti e regolato con grande autorevolezza l’australiano De Minaur in semifinale, ci ha regalato il punto decisivo contro l’Olanda avendo ragione di un coriaceo Griekspoor che soprattutto nel primo set gli aveva creato qualche grattacapo salvo poi capitolare sotto i suoi colpi nel secondo parziale.

Che dire poi di uno straordinario Matteo Berrettini che si è ritagliato un ruolo da protagonista assoluto facendosi trovare pronto quando è stato chiamato in causa e che con talento, cuore e grinta ha saputo portare a casa match fondamentali in chiave titolo. Emozionante la vittoria in semifinale in rimonta contro Kokkinakis; dopo averso perso sul filo del rasoio il primo set e con l’inerzia tutta a favore dell’australiano ha avuto il merito di rimanere aggrappato alla partita rispondendo colpo su colpo all’avversario, mostrando un grande tennis e riuscendo a ribaltare il match dopo una battaglia di quasi 3 ore.

La sua vittoria in finale su Van de Zandschulp ha poi dato agli azzurri il punto dell’1-0 fornendo così a Jannik l’assist ideale per chiudere la pratica Olanda e riportare nuovamente l’insalatiera in Italia.

Dopo i tanti infortuni che negli ultimi anni lo hanno limitato (peraltro impedendogli lo scorso anno di prendere parte alla spedizione azzurra che aveva conquistato la seconda Coppa Davis della storia), il romano meritava di alzare questo trofeo da protagonista ed ha dimostrato una volta più di essere un grande campione che senza problemi fisici può tornare stabilmente nella Top-10 del ranking ATP.

Ultima considerazione per quello che forse è stato il match più iconico di questa fase finale della Davis e che ha visto giocare in doppio i nostri eroi Jannik e Matteo; la scelta di Volandri di giocarsi il match da dentro o fuori con l’Argentina (che schierava 2 specialisti del doppio) rinunciando alla collaudata (e vincente) coppia Bolelli/Vavassori era sembrata un azzardo. Sì perché il doppio ha peculiarità e dinamiche proprie molto specifiche ed in virtù di questo spesso e volentieri gli specialisti della disciplina performano meglio rispetto a coppie formate da fuoriclasse del singolo. Quella di Volandri peraltro era la classica scelta che diventa geniale se porti a casa il risultato ma che in caso contrario sarebbe stata etichettata come avventata (proprio perché gli “esclusi” Bolelli e Vavassori sono tra i migliori interpreti a livello mondiale in doppio). La vittoria di questa inedita coppia Sinner-Berrettini, oltre a dare ragione a capitan Volandri, ha cementato ed unito ancor di più il gruppo dando ulteriore slancio alla cavalcata trionfale degli azzurri.

A questo punto, dopo questo fantastico bis, con una nazionale così forte, perché non sognare uno storico tris in ottica 2025?

Enrico Paci, 25 novembre 2024