Malgrado non apprezzassi affatto la sua linea protezionista, nell’era Coronavirus, se fossi stato un cittadino americano avrei votato con convinzione Donald Trump, in quanto formidabile baluardo contro un regime sanitario sempre più globale che sta distruggendo l’economia dell’Occidente.
Al contrario, l’ultima cosa che farei è dare il mio appoggio ad esponenti di una destra chiusurista come il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, rieletto con percentuali bulgare nel 2019. Questo giovane avvocato di belle speranze, che già nella primavera scorsa si era segnalato in quanto a rigide misure restrittive, tra cui quella di chiudere i parchi pubblici prima ancora del lockdown nazionale, ancora una volta si dimostra più realista del re, per così dire.
In breve, sulla base di una relazione trasmessa ai comuni dalla Regione Umbria, anch’essa governata da una coalizione fortemente orientata a destra, in cui si getta l’allarme su un presunto aumento dei contagi, che poco hanno a che fare con la malattia vera e propria, il primo cittadino di Perugia ha emanato una ordinanza durissima. Basta leggere i primi quattro punti di questo inverosimile proclama per farsene una idea piuttosto chiara:
1. anticipazione del coprifuoco alle 21 (non ci si potrà spostare fino alle 5 del giorno successivo, salvo comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità ovvero motivi di salute, da dichiarare mediante autocertificazione);
2. divieto di consumazione di alimenti e bevande all’aperto nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico, per l’intera giornata;
3. divieto di distribuzione di alimenti e bevande, mediante sistemi automatici (distributori automatici), per l’intera giornata;
4. obbligo di attenersi, per l’acquisto di prodotti alimentari, al massimo ad una spesa al giorno e ad una persona per nucleo familiare.
Ora, considerando che anche in Umbria si registra una lenta ma inesorabile inversione nella curva dei ricoveri e delle terapie intensive, questo impressionante accanimento sanitario, essendo basato sul numero fittizio dei contagi, assume il volto sinistro delle peggiori tirannie. Ed è tipico delle tirannie imporre misure del tutto insensate, come quelle di anticipare il coprifuoco di un’ora, di vietare di farsi un panino all’aperto o di uscire una seconda volta a fare la spesa nello stesso giorno.
Tutto ciò, che ci richiama alla mente le peggiori dittature della storia, non possiamo accettarlo. Al pari del magnifico Peter Finch di Quinto potere, splendido film di Sidney Lumet, ci sarebbe da alzarsi, aprire le nostre finestre ed urlare: “Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!”
Soprattutto non possiamo proprio accettare una destra che scimmiotta in peggio una maggioranza di governo che ha adottato una così dissennata politica restrittiva la quale, come rileva giustamente Antonio Martino, provocherà più morti della stessa pandemia.
Claudio Romiti, 30 gennaio 2021