Scontro all’ultimo sangue tra Massimo Cacciari e Massimo Galli sulle assai parziali riaperture primaverili, nel corso dell’ultima puntata di Cartabianca, uno dei talk show più virologicamente corretti del momento.
“La questione dell’orario è assurda. Non sono un virologo ma mi intendo un po’ di logica”, dice Cacciari contestando la validità del coprifuoco fissato alle 22. Al filosofo e politologo replica il professor Galli, responsabile di malattie infettive del Sacco di Milano. “La logica è limitare l’uscita delle persone la sera”, dice il medico. “E allora dica che va impedita l’uscita delle persone, dica che bisogna stare a casa. Non difenda l’orario delle 21, delle 22 o delle 23”, ribatte Cacciari. “Devono uscire il meno possibile le persone. Il discorso delle aperture è stato anticipato ed è stato un errore”, afferma Galli, mentre l’interlocutore incalza: “Allora la logica afferma che non bisogna uscire di casa: lockdown“.
“Mi sta tacciando di voler difendere una cosa che non voglio difendere”, dice Galli (sebbene abbia poi continuato a dire che le riaperture siano state un errore). “Lei sa che i luoghi in cui si diffonde sono i mezzi di trasporto, le metropolitane, forse la scuola, con i ragazzi che infettano padri e nonni. Il contagio non è favorito da chi esce la sera, ma dall’assembramento serale e quello si può controllare. Io non sono un virologo, ma cerco di ragionare”, ha ribadito Cacciari. Galli, però, è perentorio: “Su questo non ragiona”.
Dopodiché il Robespierre sanitario si è lasciato andare ad una sorta di autoesaltazione narcisistica, attribuendosi il ruolo di paladino della salute pubblica in lotta contro i pericolosi reazionari della fazione aperturista. “Mi stanno dicendo di tutto, con i fiancheggiatori di certi giornali e di una certa politica. Se dati e opinioni tecniche vengono strumentalizzati… lo scenario politico di questo paese è di assoluto squallore.”