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Coronavirus, la realtà oltre i silenzi cinesi

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Il 3 febbraio scorso su questo sito avevo riportato che il 25 gennaio era apparso un articolo su Il Mattino di Napoli che riprendeva un’intervista rilasciata al Washington Times da Dany Shoham, biologo ed ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, esperto di armi batteriologiche in Medio Oriente e Asia. Shoham, già in quell’intervista, aveva rivelato l’esistenza, proprio a Wuhan, di un laboratorio dove il governo cinese stava portando avanti un programma segreto di sviluppo di armi chimiche, le sue rivelazioni mettevano in luce un’ipotesi dove si poteva immaginare che la creazione del coronavirus fosse stata realizzata proprio in un laboratorio militare cinese.

Nel mio articolo facevo notare che nonostante Dany Shoham fosse un esperto della materia e che dopo la pubblicazione dell’intervista non c’erano state smentite, i media, senza un apparente perché, non avevano dato molto credito alle sue dichiarazioni. Nell’articolo avevo anche fatto notare che all’intervista ne era seguito solo silenzio mediatico, eppure il tema e la chiara accusa avrebbero dovuto suscitare almeno curiosità, ma così non è stato.

In pochi, e noi siamo fra quei pochi, avevamo riportato quanto rivelato da uno dei massimi esperti di questo campo, rivelazioni che rilette oggi con il senno di poi, sembrano un grido di allarme planetario. Pertanto possiamo dire con orgoglio che il nostro sito, anche se con le dovute cautele, non si era allineato all’andazzo generale, ma aveva riportato anche quelle notizie che, viste con gli occhi di quel momento, erano solo ipotesi da dimostrare. Ma ora, soprattutto dopo che il Daily Mail ha pubblicato le dichiarazioni di Botao Xiao e Lei Xiao, biologi della South China University of Technology, che hanno rotto gli indugi e nelle loro dichiarazioni hanno contestato la versione ufficiale fornita dalle autorità di Pechino secondo la quale l’agente patogeno si sarebbe trasmesso direttamente dai pipistrelli all’uomo, tutto assume un altro aspetto.

I due biologi, al contrario, hanno sostenuto che le possibili origini del coronavirus 2019-nCoV avrebbero come causa gli animali infetti tenuti in laboratorio dal Centro per il Controllo delle Malattie di Wuhan, e che il virus sarebbe sfuggito al controllo da uno dei due laboratori che si trovano nei pressi del mercato del pesce della stessa città. Considerando che il WHCDC, il Centro per il Controllo delle Malattie di Wuhan, si trova anche vicino all’Union Hospital dove il primo gruppo di medici è stato infettato e ha dato l’inizio a questa pandemia, l’ipotesi di Dany Shoham non è più azzardata, anzi prende spessore e il cerchio si quadra.

Ora che lentamente si sta facendo luce sulla dinamica della diffusione del virus e di dove lo stesso sia nato, ora che il mondo intero da una parte sta lottando contro il tempo per tamponarne la sua diffusione e dall’altra gli scienziati lavorano ininterrottamente al fine di trovare un vaccino e una cura per questa tremenda spada di Damocle che dondola sulla testa dell’umanità, soprattutto ora che sono stati registrati i primi casi in Africa, è arrivato il momento di togliere le inutili censure e raccontare cosa sta realmente accadendo.

Vasto eco ha avuto l’appello, accorato e con la voce rotta dalla commozione, che la dottoressa Ilaria Capua (virologa), senza troppi giri di parole, ha lanciato in diretta televisiva dichiarando: “Si tratta di un’infezione provocata da un virus completamente nuovo, il quale non ha nulla che ferma la sua corsa, non esistono anticorpi, la popolazione è completamente scoperta”.

La buona notizia è che, almeno in Occidente, i servizi sanitari sono in grado di tamponare ogni tipo di pandemia e che allo stato attuale è difficile credere che possa ripetersi il grande numero di decessi che si registrarono durante le epidemie del passato. Sarebbe giusto però che il governo cinese si prendesse le sue responsabilità e spiegasse il perché dei ritardi nel lanciare l’allarme, perché degli sforzi per minimizzare l’evento, con i dati relativi alla Cina che, secondo diverse fonti, sono stati pubblicati al ribasso mentre venivano adottate misure estreme con la messa in quarantena di milioni di persone.

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