L’intervista choc che imbarazza le forze Unifil

Parla un ex soldato dell’Onu in missione in Libano: “Era quello che Hetzbollah ci ordinava di fare”

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soldati unifil

Che l’impero del terrore di Hezbollah sia stato costruito lungo il confine con Israele proprio sotto il naso dell’UNIFIL lo sanno tutti, anche chi non è in grado di ammetterlo. L’UNIFIL era a conoscenza di tutto quello che accadeva a poche centinaia di metri dai suoi punti di osservazione, sentivano i rumori degli scavi dei tunnel e sapevano delle armi immagazzinate nelle case civili nei villaggi di fronte a Israele. E non ha mai fatto nulla. Vasta eco ha avuto un’intervista del sito di notizie olandese B.T., ripresa dal Jerusalem Post, a un ex soldato dell’UNTSO nella quale ha rivelato che le forze dell’UNIFIL sono state pesantemente limitate da Hezbollah e che poco è stato fatto quando hanno segnalato violazioni della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Questo ex militare, che ha parlato in maniera anonima per garantire la sua sicurezza e che nell’articolo viene chiamato Michael come nome fittizio, ha testimoniato che quando lavorava in Libano l’UNIFIL era totalmente soggetta a Hezbollah. Era stato incaricato di osservare e segnalare le violazioni della risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva che il Libano meridionale fosse senza Hezbollah, ma nonostante la bandiera dell’Onu gli operatori erano totalmente soggetti alla milizia terroristica sciita. “Avevamo chiaramente una libertà di movimento limitata. Ad esempio, non abbiamo mai operato dopo il tramonto per questo durante le notti avevano tanto tempo per agire liberamente.”

Michael ha anche raccontato che UNIFIL e UNTSO avevano accesso limitato da Hezbollah alle città nel sud del Libano. I terroristi li fermavano ogni volta che cercavano di entrare in certe aree. “Bloccavano la strada. Non erano visibilmente armati ma aggressivi, ed era abbastanza chiaro che fossero membri di Hezbollah. Sapevamo molto bene chi decideva le cose, specialmente nelle città sciite, non volevano che vedessimo cosa stavano facendo”. Nonostante i loro obblighi, Michael ha testimoniato che gli operatori si limitavano a osservare da lontano quando persone sospette fotografavano il confine israeliano. “Quando pattugliavamo la Linea Blu, vedevamo spesso civili molto vicini alle installazioni militari israeliane che scattavano foto e quando ciò accadeva ci ritiravamo e osservavamo da lontano. Era quello che Hetzbollah ci ordinava di fare.”

Michael ha aggiunto che anche la sua capacità di riferire ciò che stava accadendo al Consiglio di sicurezza era limitata poiché i terroristi di Hezbollah avrebbero agito di conseguenza e ha raccontato che anche alcuni lavoratori esterni per UNIFIL e UNTSO sostenevano apertamente Hezbollah. “Avevamo un certo numero di interpreti che sono stati indottrinati da Hezbollah. Una volta ho fatto uscire uno di loro fuori dalla mia macchina mentre stava elogiando Hassan Nasrallah. Semplicemente non volevo ascoltarlo.” Nonostante le barriere create da Hezbollah, Michael ha affermato che quando sono state fatte segnalazioni di violazioni, non c’è stata alcuna reazione da parte del Palazzo di Vetro: “Abbiamo segnalato quotidianamente ai nostri superiori le violazioni della risoluzione 1701, tra cui in particolare le restrizioni alla nostra libertà di movimento, e siamo stati istruiti a denunciare tutte le violazioni, indipendentemente dal numero. Ma non è mai successo nulla. Non abbiamo avuto loro risposta e non è stato avviato nulla. È stato estremamente frustrante. Tutto ciò mi ha solo confermato ciò che avevo sperimentato in altri paesi in cui sono stato inviato: l’ONU è incompetente”.

Nonostante le critiche di cui sopra, Michael ha sostenuto che i lavoratori sul campo avevano buone intenzioni. Naturalmente ce n’erano anche di ferventemente anti-israeliani, particolarmente alcuni irlandesi. L’intervista di Michael è arrivata in tandem con un rapporto di Israel Hayom secondo cui i terroristi di Hezbollah catturati dall’IDF hanno testimoniato che Hezbollah ha pagato denaro al personale dell’UNIFIL per utilizzare le loro basi per le operazioni. Anche se UNIFIL ha negato al Jerusalem Post casi di corruzione, secondo fonti della sicurezza israeliana che hanno parlato con il quotidiano Israel Hayom, alcuni agenti di Hezbollah catturati durante le recenti operazioni terrestri delle Forze di difesa israeliane nel Libano meridionale hanno rivelato durante gli interrogatori che l’organizzazione ha pagato il personale dell’UNIFIL per utilizzare le proprie posizioni nella regione.

Queste fonti, a conoscenza dei dettagli, hanno rivelato che Hezbollah ha anche preso il controllo delle telecamere UNIFIL nei complessi vicino al confine israeliano e le ha utilizzate per i propri scopi. Alla luce di queste rivelazioni e del palese fallimento di UNIFIL nell’impedire il trinceramento di Hezbollah lungo il confine, Israele prevede di fare affidamento principalmente sugli impegni dell’esercito libanese in qualsiasi accordo futuro con il Libano, piuttosto che su UNIFIL che si è dimostrata inefficace nel corso degli anni e ora è accusata di collaborare frequentemente con gli operativi di Hezbollah.
Quando ci saranno i particolari delle eventuali corruzioni scriveremo altro articolo più dettagliato sulla vicenda.

Michael Sfaradi, 21 ottobre 2024

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