Esteri

Corte penale contro Israele: i dubbi sul libanese che ha condannato Gerusalemme

Secondo UN Watch, l’organizzazione non governativa che analizza l’operato delle Nazioni Unite, Nawaf Salem, il presidente della corte internazionale, non è un personaggio imparziale e andrebbe ricusato. Non che gli altri membri della corte, minuscolo voluto, siano meglio. Ma andiamo con ordine. Nafaw Salem è l’ex ambasciatore del Libano all’ONU e tutti sanno che oltre ad essere formalmente in guerra con Israele, il paese dei cedri è dominato da Hetzbollah. Organizzazione terroristica sciita che con la sua ala politica è nel parlamento ma che, di fatto, con l’altra ala, quella militare, fa sul paese il bello e il cattivo tempo, occupa il sud e da lì lancia continui attacchi verso la Galilea e il Golan israeliani.

Secondo voi: Vostro Onore da chi prende ordini? Dai, un piccolo sforzo e con un pizzico di onestà intellettuale la risposta sorge spontanea. Se la risposta non sorgesse, la si può trovare nella biografia di Vostro Onore che durante la sua carriera di ambasciatore libanese alle Nazioni Unite ha votato 210 volte contro Israele. Certo come ambasciatore non c’è nulla di strano, ma qualche dubbio sull’imparzialità del giudice si materializza davanti agli occhi di chi ragiona. Pertanto questi dubbi sarebbero bastati per farlo ricusare come giudice, figuriamoci come presidente della corte. Ma non è tutto.

Il buon Salem, da bravo ambasciatore di Hetzbollah all’ONU, scusate del Libano all’ONU, ha sempre votato a favore dell’Iran e contro le risoluzioni che difendevano le vittime del regime degli Ayatollah e, sempre seguendo le direttive da Teheran, scusate da Beirut, ha sempre votato a favore di Assad. Vi ricordate Bashar al-Assad il dittatore siriano che si fa passare per presidente? Bene, in tutte le risoluzioni che riguardavano il conflitto in Siria, si è trattato di una guerra civile che ha prodotto almeno 580 mila morti e tra questi anche migliaia di palestinesi, il buon Salem, scusate, Vostro Onore all’epoca dei fatti ambasciatore, ha sempre votato a favore di colui che non ha esitato a massacrare la sua stessa gente.

Per quanto riguarda le migliaia di palestinesi che morirono durante quella guerra se ne parlò poco e male, infatti non è un segreto per nessuno che quando i palestinesi, non importa se donne, vecchi o bambini, sono uccisi da soggetti che non hanno il passaporto israeliano perdono di importanza e passano dalla morte al dimenticatoio. Per loro niente manifestazioni, cortei o interrogazioni parlamentari. Nafaw Salem, in un conflitto che secondo indagini di esperti ha presentato atrocità di massa e genocidio si è sempre schierato con i dittatori e massacratori, ora però con tocco lucido e toga ben stirata si è dimenticato del suo passato e si erge a difensore dei deboli e diseredati.

Infatti, ora che fa il presidente della corte, con la sentenza del 19 luglio scorso che ricordiamo è solo consultiva, non solo ha definitivamente cancellato gli accordi di Oslo ma ha anche creato un precedente che potrebbe ritorcersi contro molte potenze. Ma anche qui bisogna andare con ordine. Questa sentenza non tiene conto che i territori della Samaria e della Judea conquistati da Israele durante la guerra dei 6 giorni del 1967 erano stati precedentemente invasi dalla Giordania durante la guerra del 1948.

Proprio perché originariamente non appartenevano a nessuno, o meglio, all’impero ottomano che però è ormai dissolto e poi al mandato britannico ma non è il caso di tenere una lezione di storia in un articolo giornalistico, sono chiamati contesi. I trattati di Oslo, quelli defunti durante la seconda Intifada, cercarono di dare un assetto che accontentasse tutti ma sappiamo poi come è andata a finire. Nella sentenza Nafaw Salem ha citato alcune zone e alcuni insediamenti israeliani, le zone sono quelle che secondo il defunto trattato di Oslo dovevano essere divise al raggiungimento della pace, ma non cita, e questo è grave, gli insediamenti palestinesi, illegali anche loro, che vengono costruiti nelle stesse zone addirittura con finanziamenti dell’Unione Europea.

Insomma, un bel papocchio che per spiegarlo servirebbe un saggio dedicato. Ma andiamo oltre. Questa sentenza, sempre se dovesse essere ratificata dall’ONU, l’incerto Biden potrebbe dimenticarsi, ultimamente si dimentica troppe cose, di far porre il veto, aprirebbe un precedente da brividi perché potrebbe essere usata, sempre davanti alla stessa corte, dalla Grecia contro la Turchia per la questione di Cipro. Sarebbe divertente vedere due nazioni della Nato a singolar tenzone davanti ai quei giudici dopo che nel 1974 si erano presi a cannonate.

La stessa sentenza potrebbe per esempio portare Cina al banco degli imputati nel caso del Tibet, occupato questo sì illegalmente, e la Russia che continua ad occupare, altrettanto illegalmente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, 4 Isole giapponesi dell’arcipelago Kurili. Tutto questo mentre in Francia gli antisemiti alleati di Mélenchon hanno fatto sapere, lo riporta Il Giornale del 9 luglio scorso, che gli ebrei non sono della specie umana. A questo punto non ci resta che dare mandato agli avvocati affinché presentino il nostro pedigree alla Corte Internazionale dell’Aja.

Michael Sfaradi, 22 luglio 2024

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