Giustizia

Corte Ue, mazzata alla Fifa sul calciomercato: che succede ora

La Corte di Giustizia europea si è pronunciata sul caso Lassana Diarra, riconoscendo la possibilità ai calciatori di lasciare un club indipendentemente dal contratto

fifa © AI tramite DALL·E di OpenAI

Una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea potrebbe tracciare un solco nella storia del calcio, esattamente come accaduto nel 1995 con la vicenda Bosman bis. I giudici hanno infatti stabilito che alcune norme della Fifa sui trasferimenti dei giocatori possono entrare in conflitto con la legislazione dell’Unione Europea relativa alla concorrenza e alla libertà di movimento. Di fatto riconosce la possibilità a un calciatore di lasciare un club indipendentemente dalla durata del contratto, rischiando così di rivoluzionare la gestione dei trasferimenti del mondo del pallone.

Tutto è partito dalla vicenda giudiziaria che ha coinvolto Lassana Diarra, ex nazionale francese con un passato tra Real Madrid e Paris Saint Germain, e la Lokomotiv Mosca. Nel 2013 il centrocampista firmò un contratto quadriennale con la compagine russa, ma diede l’addio dopo appena un anno a causa di presunti tagli salariali. Per il club moscovita, il calciatore aveva tradito l’accordo senza “Giusta causa” e doveva pagare 20 milioni di euro, in solidarietà con i futuri suoi club, come richiesto alla Camera di risoluzione dei litigi della Fifa e al Tas. Diarra, invece, aveva chiesto gli stipendi non pagati.

Ebbene: la Corte arbitrale dello Sport ha stabilito che la Lokomotiv Mosca aveva rescisso il contratto con il transalpino con giusta causa, ordinando al calciatore di pagare 10,5 milioni. Ma Diarra non ha mollato, evidenziato che la ricerca di una nuova squadra è stata ostacolata dal regolamento Fifa che prevedono che qualsiasi nuovo club sarebbe stato responsabile congiuntamente con lui per il pagamento del risarcimento alla Lokomotiv Mosca. “Le regole in questione sono tali da impedire la libera circolazione dei calciatori professionisti che desiderano sviluppare la propria attività andando a lavorare per un nuovo club”, il giudizio della Corte europea. I giudici hanno aggiunto che le attuali norme “impongono notevoli rischi legali, rischi finanziari imprevedibili e potenzialmente molto elevati, nonché importanti rischi sportivi per quei giocatori e club che desiderano impiegarli, che, presi insieme, sono tali da impedire i trasferimenti internazionali di quei giocatori”.

Nella battaglia giudiziaria, Diarra ha sottolineato che il trasferimento al club belga Charleroi sarebbe saltato a causa delle norme Fifa, spingendolo a citare in giudizio la Federazione internazionale e quella belga per danni e mancati guadagni per 6 milioni di euro. Il caso Diarra è passato attraverso gli organi giudiziari della Fifa prima dell’elezione di Gianni Infantino, in prima linea per la modernizzazione delle regole del mercato dei trasferimenti. E la sentenza di oggi potrebbe creare un precedente notevole, se non storico: i giudici hanno riconosciuto la possibilità per un calciatore di lasciare una squadra a prescindere dal contratto firmato. E non solo: come evidenziato dalla Gazzetta dello Sport, viene così svuotato l’obbligo di restare fino a scadenza anche in assenza di contropartite da altre società. Una situazione che innegabilmente potrebbe aprire nuovi orizzonti sul mercato.

Ma non è un caso che alcuni analisti abbiano paragonato questa sentenza alla decisione della Corte di giustizia europea sul calciatore belga Jean-Marc Bosman. Tale sentenza ha rimosso le restrizioni imposte ai giocatori stranieri dell’UE all’interno dei campionati nazionali e ha consentito ai giocatori di trasferirsi gratuitamente in un altro club alla scadenza dei loro contratti.Una svolta che ha distorto il mercato degli scambi di giocatori a favore dei club più ricchim che potevano attirare agenti liberi con grandi stipendi ed evitare di pagare commissioni di trasferimento su cui facevano affidamento molti club più piccoli.

Franco Lodige, 4 ottobre 2024

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