Politiche green

Cortocircuito verde: attivisti green boicottano le auto elettriche

Un collettivo pesudo ambientalista di sinistra attacca la gigafactory di Tesla a Grünheide

© patticake1601 tramite Canva.com

Come ampiamente riportato dalla stampa nazionale ed estera, l’azienda di auto elettriche Tesla è stata costretta a sospendere la produzione della sua fabbrica di Grünheide, una cittadina tedesca di circa 9mila abitanti nello stato federale del Brandeburgo, a causa di un incendio doloso che ha colpito un palo dell’alta tensione non lontano dallo stabilimento. L’incendio, rivendicato da un gruppo di pseudo ambientalisti di estrema sinistra, ha provocato l’interruzione totale della fornitura di energia elettrica, con gravi danni, tanto che l’azienda fondata da Elon Musk, dopo aver sentito il fornitore Edis, ha annunciato che per riprendere la piena attività della fabbrica ci vorrà del tempo. Per la cronaca, la mega struttura di Grünheide è stato il primo impianto di produzione europeo di Tesla, e si estende su una superficie di 3 chilometri quadrati.

Abbastanza paradossale e sintomatico dei tempi il delirante comunicato di “Vulkan gruppe”, i fenomeni che si sono intestati il crimine, i quali hanno dichiarato che “il sabotaggio si pone l’obiettivo di ottenere il più grande blackout possibile della gigafactory di Tesla”. A quanto pare, il nome del gruppo era già emerso più volte in passato, come nel 2021, quando attaccarono la stessa fabbrica di Grünheide nella fase della sua costruzione.

Ora, ammesso e non affatto concesso che costoro siano animati dal nobile intento di salvare l’ecosistema del Pianeta, paralizzando l’attività di una azienda che dà lavoro a migliaia di persone, il fatto che essi continuino a prendere di mira chi fabbrica auto a zero emissioni la dice lunga su quali siano i loro veri obiettivi strategici.

Se infatti a questi geni incompresi, un tantino violenti, non vanno bene neppure le auto elettriche, ciò significa che l’unica mobilità che piace loro è quella basata sul cavallo quale forza motrice, senza evidentemente disdegnare le due ruote a pedali e i caratteristici risciò. Questi ultimi, sebbene si diffusero rapidamente in Asia, furono inventati da un fabbro americano nel 1869 e sono rimasti ancora in auge tra alcune delle popolazioni economicamente più arretrate, con somma gioia dei tanti radical chic che, dopo il totale fallimento delle rivoluzioni rosse, riprovano a cambiare le cose “fino all’ultimo bottone”, come scrisse Vladimir Majakovskij, con quelle green.

Il mondo cambia, ma la madre degli imbecilli è sempre incinta.

Claudio Romiti, 5 marzo 2024

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