Perché è illiberale l’arresto di mr. Telegram

Pavel Durov arrestato a Parigi mentre faceva scalo in aeroporto. Accusato di complicità per i crimini commessi sull’app di messaggistica

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Pavel Durov, fondatore di Telegram, è stato arrestato mentre faceva scalo all’aeroporto Le Bourget (Parigi). Durov è cittadino di origine russa.

Stando alle prime indiscrezioni di un funzionario, Durov verrà sottoposto a carcerazione preventiva, per il pericolo di fuga.

Durov è accusato di possibile complicità con un’infinità di crimini (terrorismo, droga, frode, riciclaggio di denaro, occultamento, contenuti pedofili, ecc.), in quanto su Telegram non avrebbe disposto sistemi di intervento per moderare gli scambi e in quanto si sarebbe rifiutato finora di cooperare con le autorità europee.

Questo è il primo arresto in applicazione del Digital Services Act, il regolamento europeo, entrato in vigore nel febbraio di quest’anno.

Sono peraltro di pochi giorni fa le minacce del commissario europeo Thierry Breton a Elon Musk, colpevole di potenziale complicità con reati vari e con l’esercizio “della violenza dell’odio e del razzismo” per avere maglie troppo larghe nella “moderazione” dei contenuti su X. Insomma: o censuri i contenuti della piattaforma o ti facciamo il culo, e oggi abbiamo capito che non stavano scherzando.

Mentre critichiamo le autocrazia orientali, la loro natura illiberale, stiamo trasformando l’Europa in una sorta di nuova Unione Sovietica, dove qualsiasi forma di dissenso non viene più tollerata. Controllano giornali, televisioni, e già una gran parte della rete, hanno in pratica solo due ostacoli: Telegram e X. E ora l’attacco è iniziato contro queste due piattaforme libere che non si sono lasciate ingabbiare.

di Paolo Becchi, 25 agosto 2024

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