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Cosa c’è dietro l’agguato del capo progetto nucleare iraniano - Seconda parte

Il pensiero di chi crede nella libertà va a quegli eroi che hanno avuto il coraggio di girare per Teheran con una bandiera israeliana in tasca, a chi ha scritto e attaccato quel cartello sulla ringhiera di quel ponte e a chi lo ha fotografato e ripreso. A chi quelle immagini le ha fatte uscire dall’Iran per dire a noi, che viviamo nel mondo libero, che loro esistono e sono più vivi che mai.

Perché nel mondo grigio della dittatura avere in tasca quella bandiera o scrivere e riprendere quel cartello, significa rischiare la vita, significa rischiare di finire attaccato per il collo a una gru sulla pubblica piazza.

Michael Sfaradi, 8 dicembre 2020

 

 

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