Non so se Fedez sia destinato a diventare un nuovo Beppe Grillo. Potrebbe nascere con lui un Movimento 6 stelle? O Movimento Nike, vista l’esposizione dei loghi sulla sua persona durante il concertone. Se poi interviene sua moglie, diventerà Movimento 7 stelle? O Movimento Tod’s? Ci sarà un conflitto di interesse tra brand, anche se non direttamente concorrenti?
Che fine hanno fatto i sindacati?
Ma paradossalmente vorrei stupirmi – se fosse ancora possibile farlo – circa il ruolo delle organizzazioni sindacali in relazione all’evento che ha scatenato tanta polemica. Cgil, Cisl e Uil sono gli organizzatori dell’appuntamento del primo maggio. Organizzatori paganti (oltre agli sponsor). Quindi diciamo che shareholders dell’evento sono un po’ tutti i lavoratori (in verità soprattutto pensionati) che pagano la quota di adesione al sindacato.
E grazie all’iniziativa si dovrebbe puntare l’attenzione sul lavoro. Sulle condizioni del lavoro, sulle crisi di lavoro. Se dovessimo misurare gli effetti dell’evento dovremmo dire: missione incompiuta. Di più: missione fallita. La memoria del concertone di quest’anno è stata monopolizzata dalla polemica tra Fedez e la Rai, dalla spregiudicatezza anti-privacy consumata nella registrazione di telefonate all’insaputa di uno dei due interlocutori, e dalla retorica sulla lottizzazione della società radiotelevisiva pubblica. Visto lo stucchevole ripetersi degli argomenti proposti sulla lottizzazione, siamo tranquillizzati: a lottizzare la Rai è stata la Dc, è stato il Pd, è stato il M5S; nulla di nuovo sotto il sole. Salvo poi vedere che il lottizzatore si manifesti insoddisfatto per chi ha chiamato a curare i propri interessi. Ma questa è un’altra storia.
A che serve il concertone?
Resta tutta la sconcertante distorsione degli obiettivi promozionali. Se dovessimo pagare per una iniziativa con un nobile obiettivo di marketing sociale (il lavoro, le sue problematiche, le sue crisi) vorremmo avere un ritorno. Lo sforzo organizzativo dovrebbe produrre una coerente ricaduta mediatica. Dovrebbe. Il Roi (return on investment) è invece a tutto favore di Fedez: zero vantaggi per i sindacati e tantomeno per i lavoratori paganti.
Il primo maggio 2021 non verrà ricordato per lo smart working, per le riorganizzazioni delle imprese dopo la pandemia, per i licenziamenti avvenuti e per quelli temuti. Verrà ricordato per il successo mediatico (e socialmediatico) di Fedez. Vediamo quale azienda aprirà le porte del suo cda al nuovo super-influencer. E vediamo quali ringraziamenti saranno indirizzati a sindacati e lavoratori (e pensionati) che hanno contribuito a consolidare il ruolo privato di un giovane imprenditore (di sé stesso).
Antonio Mastrapasqua, 5 maggio 2021