Niente da fare. Per il regime comunista cinese la cortina d’ombra sul Covid è un fattore ideologico. Ciò è ben noto, e con dolore, all’opinione pubblica mondiale per quanto riguarda l’origine del virus, su cui l’atteggiamento del regime non è mai stato collaborativo. Ora, però, c’è anche la questione dei vaccini.
La debolezza di Pechino
Qualche giorno fa, il capo del centro di controllo e la prevenzione delle malattie cinese, Gao Fu, ha pronunciato parole molto significative sui sieri del Dragone. “Non hanno un tasso di protezione molto alto”, ha ammesso durante una conferenza stampa, proseguendo che il Paese sta valutando se utilizzare diversi tipi di vaccini per aumentarne l’efficacia. Sono prodotti, quelli cinesi, che si basano sul cosiddetto “vaccino inattivato” oppure sul vettore virale. Non c’è, al momento, un preparato che preveda l’mRna, come ad esempio i vaccini Pfizer e Moderna, né è stato autorizzato l’ingresso di sieri stranieri. Al di là del dato sanitario (che riguarda anche i Paesi, come l’Ungheria o l’area del Sud America, i quali si sono avvalsi del siero cinese), rileva la reazione politica alle parole di Gao Fu. Che ha scoperto un altro nervo del regime, mostrando al mondo un ulteriore versante di debolezza di Pechino. Da qui, è subito scattare la reazione censoria di fronte al fatto che, comprensibilmente, l’ammissione di criticità ha subito conquistato spazio, oltreché internazionale, anche nel dibattito locale.
La toppa è peggiore del buco
La Cnn, quindi, scrive di interventi della censura di regime per far sparire le discussioni online e i post sui social in cui la presa di posizione di Gao Fu è stata rilanciata e commentata. E, dopo che oramai il bubbone informativo è scoppiato, ecco il tentativo di mettere una toppa al danno. Naturalmente con una sorta di intervista riparatoria che Gao ha rilasciato a Global Times, il tabloid direttamente riferibile al Partito Comunista cinese. Ovviamente ha dato la colpa ai media internazionali di averlo frainteso, e ha specificato che le sue parole si riferivano ai vaccini in generale, e non nello specifico a quelli cinesi. “Il tasso di protezione di tutti i vaccini del mondo è a volte elevata, a volte bassa. L’aumento della loro efficacia è una questione che necessita attenta valutazione da parte degli scienziati di tutto il mondo”.
E però ci sono dei numeri che non supportano la correzione di rotta di Gao. Sono quelli dei trial effettuati in Brasile. Secondo i trial clinici effettuati in Brasile, il vaccino Sinovac ha un’efficacia del 50,4%, i due sieri Sinopharm vanno sul 79,3% e sul 72,5%. Mentre il siero della Cansino si attesta sul 65%. Numeri molto più bassi, per dire, rispetto al Pfizer, che ha un’efficacia del 97%. Dati, questi, che bucano il muro di omertà opposto, anche stavolta, dalla dittatura cinese.
Pietro De Leo, 17 aprile 2021