In questa ubriacatura collettiva pro Mario Draghi, ora che il medesimo ha parlato di «rischio ragionato», tutti a genuflettersi davanti al nuovo mantra: «Rischio ragionato, oh-oh! Rischio ragionato, oh-oh!». A parte il fatto che il «coprifuoco dalle 22 alle 5» non ispira alcuna ragionevolezza e che la parola stessa «coprifuoco» appare quanto mai barocca e, diciamola tutta, alquanto buffa; così come non ispira alcuna ragionevolezza la chiusura dei ristoranti ove sono in funzione autobus e metropolitane; così come alcuna ragionevolezza ispirano l’idea del passaporto vaccinale e l’obbligo ai medici di vaccinarsi. Posto quindi che, quanto a «rischio ragionato», Mario Draghi predica bene e razzola male, io mi chiedo: ma dov’erano tutti questi del «rischio ragionato» un anno e passa fa? Rammento cosa scrivevamo.
24 Febbraio 2020. «L’umanità ha già subìto pandemie: la spagnola nel 1918 infettò un terzo dell’umanità e condusse al cimitero 50 milioni di persone, quasi tutti di età inferiore ai 65 anni. Quale presunzione ci fa ritenere immuni da repliche?». Nota: il governo attese quasi tre settimane, al 9 Marzo, prima di decretare un tardivo, lockdown. E per ciò stesso completamente inutile, come i fatti confermano.
18 Marzo 2020. «Il caso della Sud Corea è particolarmente interessante…». Nota: già al 18 Marzo 2020 era urbi et orbi evidente quale fosse la strategia vincente per affrontare la pandemia, ed era la strategia della Corea del Sud. Incapaci di copiarla, il governo Conte, prima, e quello Draghi, poi, hanno oziato e stanno continuando a oziare senza nulla concludere.
28 Aprile 2020. «V’è un altro Paese che invece sembra abbia domato il virus: la Sud Corea». Nota: a distanza di un mese l’osservazione sulla virtuosità della reazione sudcoreana era riconfermata a chi era disposto di avere occhi per vedere. Il governo italiano appare completamente cieco. A quella data, l’Italia effettuava tamponi a meno di 5 persone per caso confermato, ove la Sud Corea li eseguiva a 100 persone per ogni caso positivo.
5 maggio 2020. «Conte regna su di noi, ma la confusione regna nella testa di Conte. Ci sarebbe da chiedergli perché, se ha chiuso quando c’erano 10 mila infetti attivi, sta aprendo ora che gli infetti attivi sono 100 mila. C’è una logica in questa pazzia? Direi di sì: anche lui sa che chiuderci come ci siamo chiusi non è servito, e men che meno serve oggi. Né servirà in futuro, ove mai questo virus dovesse rinvigorirsi, come gli esperti paventano. Naturalmente non gli sarebbe salutare ammetterlo, ma si spera che per allora sappia almeno predisporre tutto quanto serve per prendersi cura di chi si ammala». Nota: quella nostra speranza era, col senno di poi, vana. Si era, allora, alla fine della prima ondata e se ne paventava una seconda. Ottimisti, ci auguravamo che al Ministero della Salute si sarebbero organizzati. Anche a voler sostenere la tesi dell’errare-è-umano (anche se errore non fu, visto che i Paesi asiatici, Sud Corea, Hong Kong, Vietnam, sapevano cosa fare), il diabolico perseverare ci sta tutto. Perché nessuno ancora arresta ‘sto Speranza?
13 Maggio 2020. «Ho la soluzione per uscire dal baratro dove ci hanno fatto precipitare: dichiarare la guerra alla Sud Corea. La perdiamo, i sudcoreani ci invadono, governano loro, e noi usciamo dal baratro sanitario». Le cronache dei primi giorni di maggio ci arrecarono grande sconforto, fino a proporre il gesto estremo della dichiarazione di guerra alla Sud Corea, gli unici che avrebbero potuto salvarci durante il venturo autunno-inverno. Già a maggio era lampante che ci avrebbero atteso mesi disgraziati.