Allarme gas russo

Cosa nasconde il terrorismo mediatico sul gas russo

Il sospetto è che la guerra ucraina serva da pretesto per far lievitare i costi energetici

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Ho quasi sempre torto, ma credo di averla ben azzeccata quando prefiguravo che l’illusione che l’universo mondo stesse facendosi su Mario Draghi, all’uopo battezzato Supermario, sarebbe stata una amara delusione. Lo scrivevo il 9 febbraio 2021, quando il Nostro non era ancora Presidente del Consiglio.

I fallimenti di Draghi

Per far breve una storia lunga, sostenevo che Draghi operava in condizioni di conflitto d’interesse, perché aspirava al Quirinale e quindi, dovendo garantirsi i voti dei parlamentari, sarebbe stato loro ostaggio. Come non dimenticare, infatti, gli elogi suoi (ma anche, a tempo debito e per le medesime ragioni, di Silvio Berlusconi) del reddito di cittadinanza, che non richiede essere non dico economisti, ma neanche ragionieri, per capirne l’abominio. Oppure, per dirne un’altra, il superbonus 110% che, ideato da quei geni dei grillini, non era ben visto né dal ministro Giancarlo Giorgetti né da Draghi medesimo. Che un qualche provvedimento per il rilancio del settore edilizio sarebbe stato il benvenuto non ci piove.

Ma quel superbonus? Non è necessario sapere né leggere né scrivere per sospettare che deve essere un po’ fuori di testa uno Stato che ti dà 110 se spendi 100. Ed infatti, privi del controllo del committente (che addirittura ci guadagna), i preventivi per i lavori beneficati del 110% sono stati raddoppiati, quando non triplicati, dalla sera alla mattina. Il punto però qui è che Draghi non s’è saputo imporre su una cosa che egli stesso riteneva, appunto, fuori di testa.

La reazione sbagliata di SuperMario

Successivamente, mettevo in dubbio che Supermario, alla fine, così super non sarebbe. Anzi… Non voglio ora insistere né con quella frase: «Se non ti vaccini o muori o fai morire», che è sonoramente falsa, né col fallimento del piano vaccinale e sulle modalità di gestirlo, compresa la barbarie del green pass. Ma se proviamo a fare un elenco delle cose buone fatte da Draghi, io avrei serie difficoltà a compilarlo anche con un solo punto. Aiutatemi voi. La penultima è la reazione alla guerra della Russia contro l’Ucraina. Una reazione scomposta da parte dell’intera Ue e, massimamente, dell’Italia. L’invio di armi è contrario all’articolo 11 della nostra Costituzione, secondo cui «l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

Poi, l’invio di armi proprio all’Ucraina, il cui governo ha indubbi ideali neonazisti: loro si chiamano «nazionalisti», ma il fatto è che i gruppi e partiti cosiddetti nazionalisti e protetti da Volodymyr Zelensky hanno la svastica impressa nelle loro bandiere. E dal 2014 hanno commesso eccidi e stragi razziste contro la minoranza russa in Ucraina, e hanno reso illegali tutti i partiti che si oppongono al governo.

Il danno delle sanzioni

L’ultima è quella delle sanzioni alla Russia. Queste, di suo, non farebbero gran che danno alla Russia, perché c’è mezzo mondo felice di acquistarne il gas, il petrolio e il carbone, a cominciare dai cinesi e dagli indiani. In proposito, Draghi ha detto l’ultima delle sue, ma se avesse taciuto ci avrebbe fatto una più bella figura. L’avete già sentita: «Cosa vogliamo, la pace o l’aria condizionata?». Detta così è, nella tragedia, esilarante: mi rammenta un carattere di “Quelli della Notte” di Renzo Arbore. Ma appare soprattutto bugiardella: decidere di non acquistare gas dalla Russia potrebbe non dover comportare alcun problema, perché potremmo benissimo acquistarlo dalla Turchia. Questa, non ha imitato il genio europeo di sanzionare la Russia, che in Turchia, attraverso il gasdotto Bluestream, già immette gas. Parte del quale, alla bisogna, verrebbe da noi, appunto, “dalla Turchia” acquistato.

Perché, allora, questo terrorismo mediatico sul gas? Il sospetto è perché questa guerra serve da pretesto per una cosa decisa da tempo: far lievitare i costi energetici, per finanziare le tecnologie farlocche i cui proponenti, assieme a chi ci vende gas, petrolio e carbone, si stanno arricchendo alle spalle degli utenti, gli unici che piangono la crisi. Insomma, sembra che noi in Italia abbiamo due problemi primari: uno si chiama Mario Draghi e l’altro si chiama Draghi Mario. Una specie di Robin Hood all’incontrario.

Franco Battaglia, 14 aprile 2022

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