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Cosa ne penso dell’afghana squalificata alle Olimpiadi

Il suo messaggio è condivisibile e giusto. Ma…

Finite le Olimpiadi, occorre commentare questa vicenda dell’atleta olimpica afghana di breakdance, scappata dall’Afghanistan. Non fa troppo sorprendere il fatto che sia fuggita: figuratevi se i talebani potevano supportare una che fa breakdance. Ma non è questo il punto: questa atleta è stata squalificata per aver indossato una maglietta con su scritto “free afghan women“.

Come ben sapete, i talebani non prevedono alcun tipo di libertà per le donne ed il loro regime talebano è qualcosa di mostruoso, cosa che denunciamo, raccontiamo e di cui siamo tutti perfettamente coscienti.

Alle Olimpiadi c’è però una regola secondo cui non si possano dare messaggi politici ed ecco quindi il motivo della squalifica.

Allora, il punto fondamentale è questo: l’atleta ha ragione nel suo slogan che denota il suo coraggio di rifugiata, tant’è che non gareggiava per l’Afghanistan ma per i rifugiati. Per chi se lo fosse perso, quella dei rifugiati è una nuova categoria ammessa alle Olimpiadi ed, in questo caso, lei ha tutto il titolo di parteciparvi. Questo per dire che lei è una donna coraggiosa che gode di tutta la nostra solidarietà e sicuramente sarà anche una brava atleta. Il punto però è che se c’è una regola e quella regola ha peraltro un suo senso, poco importa se in questo caso abbia ragione o meno. È sicuramente un messaggio politico che dovremmo sottoscrivere tutti quanti noi, ma le Olimpiadi si guardano bene dall’essere un palcoscenico della politica.

Gli elementi politici, assurdi ed ideologici, di quell’orrore della cerimonia di apertura sono stati il motivo per cui abbiamo contestato la politicizzazione delle Olimpiadi. Quindi, anche nel caso in cui il messaggio sia condivisibile, non va bene. Le Olimpiadi sono una cosa straordinaria e non possiamo perdere il principio di lasciare fuori la politica. Altrettanto straordinario è sicuramente il messaggio dell’atleta e nessuno lo nega, ma le Olimpiadi sono il palcoscenico dei gesti atletici, non di dichiarazioni politiche.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro dell’11 agosto 2024