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Cosa ne penso di Imane Khelif e del bullismo contro Angela Carini

Un campione non si ritira senza combattere. L’atleta azzurra ha riconosciuto l’emergenza. Sotto i guanti dell’algerina c’era un’arma

sgarbi pugilato mane khelif

A un’atleta della competizione vanno garantite condizioni di confronto paritarie. Ciò che è accaduto, invece, dimostra l’inesistenza di uno stato di garanzie avvertito subito dall’atleta Angela Carini che non si è ritirata per paura o vigliaccheria ma perché sovrastata da una forza estranea alla pura competizione sportiva.

Per questo le va riservato onore e dev’essere messa nelle condizioni di una gara alla pari. Ciò che è avvenuto appare una prepotenza di valutazioni formali sulla realtà della vita Non ha perso l’incontro, ha solamente percepito la sproporzione fra realtà e le regole.

Il ritiro della Carini è una vera e propria denuncia contro una prepotenza legittimata. La Carini, non sulla carta, ma sul campo, è stata vittima di bullismo, lo ha avvertito e lo ha denunciato. La maschera femminile nascondeva un maschio. Ed è ora evidente a tutti.

Un campione, e Angela lo è, non si ritira senza combattere. Ha riconosciuto e manifestato l’emergenza. Sarebbe stato orribile vederla abbattere. Sotto i guanti dell’avversario, che non ha vinto, c’era l’arma.

Vittorio Sgarbi, 3 agosto 2024

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