Guai se invece si facesse a un centrosinistra che non lo merita il regalo di una divisione, o, peggio, il dono inaccettabile di un salvataggio parlamentare, di una stampellina in Aula, il giorno in cui Conte dovrà inevitabilmente fare i conti con i guai della sua coalizione. Il tema è noioso e respingente per i cittadini: ma un test da tenere d’occhio è anche quello della legge elettorale.
Sarebbe un errore esiziale se il centrodestra dicesse sì al proporzionale peggiorato che Pd e Cinquestelle si preparano a portare in tavola. Sarebbe la premessa dello smembramento del centrodestra, e la rinuncia a un’opzione di governo autonoma e alternativa. Si riparta dal maggioritario, accompagnato da una rinnovata battaglia presidenzialista, per un assetto “decidente” che consenta agli elettori di scegliere. O di qua, o di là. Senza regali a Conte e Casalino. E nemmeno a Franceschini.
Daniele Capezzone, 8 giugno 2020