Cosa (non) ha fatto davvero Airbnb. Rischia anche chi affitta?

La procura sequestra quasi 800 milioni al colosso degli affitti di breve durata. Cosa succederà adesso

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Airbnb

La vicenda del mega sequestro da quasi 800 milioni di euro nei confronti di Airbnb ha fatto, come era prevedibile, scalpore. Ma ha determinato anche un po’ di confusione. Proviamo a chiarire qualche aspetto.

Airbnb – al pari, del resto, di altri portali sui quali vengono pubblicizzate e “commercializzate” le case per affitti di breve durata – non ha mai applicato una legge che dal lontano 2017 obbliga tutte le piattaforme di quel tipo, oltre che gli agenti immobiliari, ad agire da sostituti di imposta per ogni singolo rapporto concluso. Il che significa che non ha trattenuto il 21% delle somme versate dai futuri ospiti delle case e, di conseguenza, non ha versato tali somme allo Stato per conto di coloro che quelle case le mettono a disposizione (proprietari o, spesso, inquilini in veste di sublocatori).

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Questo vuol dire che tutti coloro che hanno “piazzato” la loro casa attraverso Airbnb e simili non hanno pagato la cedolare, e cioè l’imposta sul reddito da locazione sostitutiva dell’Irpef? No di certo. Possono averlo fatto o non averlo fatto autonomamente, né più né meno come fanno da sempre i proprietari che danno in locazione i loro immobili per periodi lunghi. In quest’ultimo caso, infatti, non è stato mai previsto alcun sostituto di imposta e quindi nessuno deve effettuare ritenute alla fonte: è il proprietario che deve, per suo conto, pagare la cedolare (o l’Irpef, se per lui più conveniente).

Riassumendo, Airbnb non ha effettuato le ritenute e, di conseguenza, non le ha versate. Ma, in teoria, lo Stato potrebbe non aver perso neanche un euro. Sta di fatto, però, che i due obblighi – quello del locatore e quello della piattaforma – siano distinti e separati. E di conseguenza lo Stato, verificato il mancato adempimento dei suoi obblighi da parte di Airbnb, non ha fatto altro che procedere come si dovrebbe in teoria fare con tutti i soggetti inadempienti: dapprima con un accertamento dell’Agenzia delle entrate (che ha contestato 500 milioni di euro di imposte non versate) e, da ultimo, con l’azione della Procura di cui tanto si parla, azione dovuta al fatto che gli obblighi dei sostituti di imposta, in determinati casi, sono sanzionati penalmente.

Come finirà è difficile dirlo, ma per continuare a seguire la vicenda è importante distinguere bene i due piani.

Giorgio Spaziani Testa, 11 novembre 2023

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