La Procura di Milano, su esposto da parte di due associazioni dei consumatori, ha iscritto a modello 45 la vicenda dei pandori di Chiara Ferragni.
Il procuratore capo – evidentemente – non ha potuto fare a meno di iscrivere in questo apposito registro l’esposto-querela per truffa che avevano fatto il Codacons e un’altra associazione di consumatori. Si tratta in questo caso di un atto dovuto.
Il fascicolo è stato aperto oggi e nelle prossime ore verrà esaminato dal sostituto Eugenio Fusco che si occupa di truffe. Per il momento non si può dire nulla, perché quella della procura meneghina, come abbiamo già detto, era un’azione obbligatoria. Ma come sempre avviene con il modello 45, che è senza ipotesi di reato né indagati, bisognerà chiarire due cose:
- se si può configurare davvero un reato di truffa;
- se questo eventuale reato sia stato compiuto da una o più persone.
La vicenda è del tutto nota. Ad oggi, l’unica cosa certa è che c’è stata una multa importante da parte dell’Antitrust, da 1,4 milioni di euro complessivi, per quella che viene considerata pubblicità ingannevole. D’altronde, far credere ai consumatori che un pandoro viene venduto a 9 euro rispetto al suo prezzo “normale” di 3 euro, quindi con un margine di 6 euro in più, per fini non meglio identificati di beneficenza, non è esattamente una comunicazione “corretta” rispetto al senso di questa operazione.
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Tutti sanno, oggi, che quella differenza di 6 euro non aveva nulla a che vedere con la beneficenza e aveva solo a che fare con margini che si sarebbero poi utilizzati per pagare l’influencer. Dovremmo ancora aspettare un po’ per capire se verrà davvero aperta una indagine. Per il momento siamo agli atti dovuti.
Nicola Porro, 20 dicembre 2023
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