Dopo un lungo e profondo torpore si desta incredibilmente Joe Biden. Per la prima volta dopo quasi tre anni di conflitto il presidente americano autorizza l’Ucraina a utilizzare missili americani a lungo raggio per difendere i propri soldati stanziati nella regione russa del Kursk. Casualmente proprio adesso che la sua presidenza sta definitivamente per volgere al termine per lasciare spazio al neo eletto Donald Trump.
Ma sarà veramente un caso? Perché mai dopo mesi di insistenti richieste provenienti da Kiev, tutte puntualmente cadute nel vuoto, solo adesso la presidenza Usa si decide a dare l’ok all’esercito ucraino per l’utilizzo di armi americane a lungo raggio? Dopo mille giorni dall’invasione russa dell’Ucraina, avvenuta, ricordiamolo, lo scorso 24 febbraio 2022 sotto la presidenza Biden, trascorsi senza che Kiev sia mai riuscita ad ottenere da Washington la tanto agognata autorizzazione, ne sono bastati dieci, dopo il trionfo elettorale di Trump, perché i democratici si convincessero ad assecondare le richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Curioso, no? È bastata la notizia del ritorno sulla scena geopolitica di The Donald perché si concretizzasse quello scenario che Washington aveva sempre allontanato prima d’ora.
Chissà perché? Sarà forse che le prospettive di pace più volte prospettate dal tycoon nel corso della sua campagna elettorale spaventano un pò i dem americani? Trump vince le elezioni e promette di aprire un dialogo con Vladimir Putin per porre fine alle ostilità in terra ucraina in tempi brevi, e di tutta risposta Joe Biden spinge Zelensky ad utilizzare missili americani a lungo raggio per colpire obiettivi russi. A voler essere maliziosi verrebbe quasi da pensare che nei sessanta giorni che ci separano dall’insediamento di The Donald alla Casa Bianca, previsto per il prossimo 20 gennaio, i democratici americani, avendo avuto la peggio nella tornata elettorale presidenziale, vogliano creare le condizioni per allontanare il più possibile un eventuale accordo che preveda un cessate il fuoco tra russi e ucraini. Far degenerare oggi la situazione sul fronte ucraino, servendosi della complicità di Volodymyr Zelensky, per mettere i bastoni tra le ruote alla prossima amministrazione americana e complicare i piani di pace dell’odiatissimo Donald Trump.
Uno scenario inquietante, soprattutto se si pensa al prezzo in termini di vite umane che un simile azzardo comporterebbe, ma dannatamente realistico, se si guarda con lucidità alle ultime mosse della presidenza uscente. Anche perché, si sa, a pensar male si fa peccato, ma difficilmente si sbaglia. Soprattutto se di mezzo ci sono determinate logiche e determinati interessi.
Salvatore Di Bartolo, 19 novembre 2024
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