Non sono pagine di libri della Corea del Nord: sono libri delle scuole medie italiane. Tra 5 anni avremo migliaia di studenti (indifesi) indottrinati. La scienza è innanzitutto dubbio, qui invece insinuano dogmi, nozioni ideologiche, a chi non ha ancora gli strumenti per farsi un’idea equilibrata. A scuola si dovrebbe insegnare il pensiero critico, capacità di ragionamento logico.
Edgar Morin diceva una cosa abbastanza semplice: “È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”, parole di un immenso intellettuale, filosofo, sociologo, sull’educazione nel mondo della complessità. Eppure, si fa esattamente il contrario: si fanno passare per certe teorie non-confermate dalla scienza. Nel romanzo di Ray Bradbury – Fahrenheit 451 -, i libri venivano bruciati: ma perché bruciarli, se si possono scrivere in modo ideologico e senza contraddittorio per consolidare il mono-pensiero-green? D’altronde, l’aveva previsto Erich Fromm“coloro che non possono manipolarci, cercano di manipolare gli altri contro di noi”. Senza scomodare altri aforismi, torniamo alle scuole medie: nel libro si celebra anche il cibo del futuro: beh, voglio ricordare solo una pubblicazione scientifica, su Plos One (autorevole) in cui si conclude che il 30% degli insetti commestibili in commercio è patogeno per l’uomo (Sokol; 2021; Plos one).
Non vorrei svegliarmi tra qualche tempo e dover leggere nei libri delle scuole medie bisogni indotti, bizzarri, tra cui quello di non fare i figli per salvare il pianeta. E trovarmi all’improvviso nel modello cinese, dove si è potuto proibire alla coppie di avere più di un figlio, con l’eccezione delle famiglie contadine, che possono averne due nel caso il primo sia una femmina (Deng Xiaoping, legge settembre del 2002), ma in Occidente non si può usare lo stesso strumento cinese: si deve fare pressione con ideologie fanatiche.
Molti dei problemi che circondano l’ipotesi non-provata del riscaldamento globale, causato dall’uomo, è che questa non riesce a correlare tesi e realtà osservabile! Il problema più grande dell’umanità? Uno solo: le persone vogliono sentire solo quello di cui sono già convinte, non sono disposte ad ascoltare qualcosa che metta in discussione le nostre conoscenze (fate un esame di coscienza), è troppo faticoso: ma è l’unica cosa che ci distingue dalle altre specie.
Non sappiamo se i professori agiscano in buonafede, e se – in tal caso – non siano in grado (per formazione parziale) di analizzare dati e fatti in modo equilibrato, onesto, rispettoso, senza oscurare pubblicazioni scientifiche che giungono a conclusioni esattamente opposte a quelle che sono scritte in questi libri (ribadiamo: testi molto parziali).
Smonteremo punto per punto, con fonti scientifiche e dati autorevoli, queste teorie imprecise, con errori marchiani in alcuni punti, quasi inverosimili. Partiamo da un assunto fondamentale: “Nella ricerca e nelle modellazioni del clima, dobbiamo riconoscere che abbiamo a che fare con un sistema caotico non lineare e che quindi non è possibile prevedere a lungo termine gli stati climatici futuri”. Non lo diciamo noi, lo scrive l’IPCC – Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Third Assessment Report – pag. 774).
La fake news del 97%
Quello fatto interpretare come uno studio scientifico è in realtà una lettera, è una lettera, è una lettera! Lo ripeto: è una lettera! Non avrebbe senso nemmeno stare qui a discuterne. Non è un paper peer-review, non ha un valore scientifico attendibile. lo studio che presumibilmente mostra il consenso degli scienziati sul clima al 97% è stato condotto nel 2009 da una studentessa, Maggie Zimmerman, e dal suo docente, Peter Doran (Zimmerman, Doran; 2009). La statistica è stata pubblicata come lettera, e non come paper scientifico con tutti controlli e le peer review che questo comporta, sulla rivista settimanale EOS, una rivista con un Impact Factor (indice di autorevolezza) di 3.68. Mentre, per avere un parametro, la rivista Nature ha un impact factor di 69.50. Tale sondaggio è stato strutturato così: sono state inviate 10.257 e-mail ad esperti del settore, ponendo due domande molto ampie e quindi ampiamente interpretabili. A queste email hanno risposto in 3.146, quindi 7 esperti su 10 non hanno partecipato, si sono tirati fuori. I due ricercatori hanno poi creato un sottogruppo di ultra-specialisti, scegliendo 79 scienziati, di questi 76 hanno risposto “sì” alla prima domanda per e-mail (96,2%), e altri 75 (ma su 77) “sì” alla seconda (97.4%). Ed eccoci qui. Questo è diventato il supposto consenso mondiale al 97% sul riscaldamento globale dovuto a colpe umane.
Se andrete a leggere ogni singolo paper in cui si sostiene un totale consenso scientifico sul cambiamento climatico di origine antropica troverete spesso un bias (e ce ne sono), ovvero un difetto nel razionale che tenderà a influenzare l’interpretazione dei dati (in buonafede?). Vi faccio un altro esempio, ma sono davvero troppi per stare dietro ogni stima sciatta.
Un’altra ricerca dice sempre la stessa cosa, di questa lettera: il 97,1% degli scienziati da la colpa all’uomo per il cambiamento climatico. Stesso cliché, ma è giusto analizzarlo: nel 2013, un altro scienziato, John Cook, ha esaminato 10.944 abstract dalla letteratura scientifica peer-reviewed dal 1991 al 2011 che corrispondeva agli argomenti “cambiamento climatico globale” o “riscaldamento globale”. Il 67% circa dei lavori scientifici non esprime alcuna posizione sul riscaldamento climatico di origine umana (ovvero quasi 7 ricerche su 10 sono neutre, non trovano questo correlazione significativa), mentre nel 33% circa vi è un consenso sul Global Warming.
Anche qui, come si arriva al 97,1% dei consensi?? Spiego il gioco: si prende il 33% di quelli che hanno espresso il consenso sul global warming e si analizzano in dettaglio: ”Gli abstract che esprimono una posizione sul cambiamento climatico nel 97,1% hanno approvato la posizione di consenso sul fatto che siano gli esseri umani a causare il riscaldamento globale”. Quindi il 97% del 33%, tutt’altra storia detta così!
Il clima cambia solo su lunghi periodi?
Alcuni periodi “sono caratterizzati da un rapido riscaldamento nel corso di alcuni decenni, seguito da un raffreddamento più lento nel corso dei secoli a millenni” (Harrison et al; 2022). Ci sono studi specifici, pubblicati su riviste ad alto referaggio, come questo su Science: “I dati del nucleo di ghiaccio della Groenlandia ad alta risoluzione mostrano che i cambiamenti climatici improvvisa si verificano in pochi anni“.
Negli anni 70′ c’erano titoli del TIME, che potete verificare da soli, andando sul link in fondo, in cui si sosteneva che stesse per arrivare a breve una piccola era glaciale. Poi, quei modelli previsionali, quei climatologi sicuri – che ricordano da vicino gli esperti di oggi – hanno generato psicosi nei lettori di allora, seppure in modo limitato rispetto alla capacità allarmistica che abbiamo oggi con i social… All’improvviso scomparvero quei luminari, senza cospargersi il capo di cenere e chiedere scusa per le loro dabbenaggini. Poi, dagli anni 90′, è iniziato un altro allarmismo, opposto, adesso siamo nell’era del surriscaldamento. Come è possibile questa sequela di errori?
Negli anni ’90 dissero poi che i ghiacci si sarebbero sciolti entro 10-20 anni. Si sono sbagliati, ma nessuno si è scusato. Anzi: continuano a fare previsioni errate. Quale credibilità pretende chi sostiene cose sbagliate da decenni? E con quale ambizione cerca di cancellare pubblicazioni scientifiche che arrivano a conclusioni diverse e chiaramente credibili sul lungo termine? Non c’è ammissione di errore: non lo sentirete mai. Ma semplicemente, come si fa tra bambini, si lancia il pallone più in la, senza alcuna ragione: “il ghiaccio si scioglierà totalmente tra 50 anni! A metà del prossimo millennio! Fidatevi!”. I dati reali li smentiscono ma ormai non è più scienza, è cartomanzia.
I ghiacciai stanno diminuendo? Non è vero
Secondo un recente articolo pubblicato su Nature (Singh e Polvani; 2020; NATURE, npj climate and atmospheric science), il ghiaccio marino dell’Antartide si è “modestamente espanso” e il riscaldamento è stato “quasi inesistente” su gran parte della calotta glaciale.
La National Snow and Ice Data Center (NSIDC) negli Stati Uniti ha scritto che il ghiaccio marino dell’Antartide aveva raggiunto un “nuovo minimo storico”, nel 2021. Inspiegabilmente mancano nella storia le osservazioni da parte dell’NSIDC da quando sono iniziate accurate registrazioni satellitari nel 1979, e qui la conclusione è diversa: la tendenza nella misura minima del ghiaccio è “vicino a zero”. Si dice che qualsiasi perdita è “non statisticamente significativa”.
Ma come è possibile? Davvero? Su Nature è apparso uno studio di Andrew Shepherd (Shepherd; Nature), ripreso da tutta la stampa in modo sbagliato. Nello studio si dice che negli ultimi 25 anni l’Antartide avrebbe perso una massa di ghiaccio di circa 3mila miliardi di tonnellate. Vero. Ma scritto così è assolutamente fasullo: non c’è allarme, perché rappresenta lo 0,0011% della massa totale dell’Antartide, che di 27 milioni e 600 mila miliardi di tonnellate (massa totale, USGS). Quindi, la stampa come sempre ha dato una parte della notizia.
Aumentano gli eventi meteo estremi? Non è vero, lo dice l’Ipcc
Basti guardare la tabella (IPCC) dove spicca il prevalere delle aree neutre nel grafico relativo alle alluvioni, frane, siccità, tornado, cicloni, valanghe (IPCC AR6;Tab 12.12; pag. 1856). Il che significa che non c’è una tendenza al cambiamento, ovvero non esistono oggi – e in molti casi non dovrebbero emergere neppure entro il 2100 – variazioni significative nei fenomeni elencati. In conclusione, quello che è riportato dall’IPCC non conferma l’aumento degli eventi estremi.
Invitiamo a una tavola rotonda, in diretta, i due esponenti più attivi sul tema green: Mario Tozzi e Luca Mercalli. Un confronto pacato, moderato, rispettoso, con ricercatori autorevoli, e con pubblicazioni alla mano. Una diretta qui, sul nostro sito, sarebbe un momento importante, un confronto necessario. Ma probabilmente non avrà mai luogo.
Daniele di Pietro, 21 dicembre 2024
FONTI
Cook, 2013; Fonte: https://research-repository.uwa.edu.au/en/publications/quantifying-the-consensus-on-anthropogenic-global-warming-in-the-
Deng Xiaoping, legge settembre del 2002; https://www.treccani.it/enciclopedia/figlio-unico-politica-del_(Lessico-del-XXI-Secolo
Harrison et al; 2022 https://www.nature.com/articles/s43247-022-00536-0
Mercalli; 2023; https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/07/22/alert-clima-sanzionare-i-giornalisti-negazionisti/7237635/
Sokol; 2021; Plos one; https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0219303
Shepherd; Nature; https://www.nature.com/articles/s41586-018-0179-y.epdf
Singh e Polvani; 2020; NATURE, npj climate and atmospheric science https://www.nature.com/articles/s41612-020-00143-w
Steffensen, J. P. et al. – https://www.science.org/doi/10.1126/science.1157707
TIME – Big Freeze https://content.time.com/time/covers/0,16641,19731203,00.html https://time.com/vault/issue/1977-01-31/page/1/
USGS; massa totale; https://pubs.usgs.gov/pp/p1386a/pdf/pp1386a-2-web.pdf
Zimmerman, Doran; 2009 – https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2009EO030002