Pubblichiamo in sei parti l’analisi dal titolo “Clima, riscaldamento globale e CO2. L’IPCC, i Media, le credenze, gli affari, le extra-tasse e la politica” del professor Giuseppe Iazeolla (leggi qui la parte 3).
Parte 4
L’Ipcc è sordo
L’IPCC è storicamente sordo di fronte ad affermazioni, articoli e libri di personalità accademiche e scientifiche che hanno dimostrato che i suoi modelli di previsione sono erronei, personalità che sostengono che il cambiamento climatico e il riscaldamento globale sono stati e saranno sempre indipendenti dall’azione umana e che la CO2 non è un inquinante, ma è addirittura necessaria per la vita [1, 4, 5, 6, 11].
Così come è anche sordo di fronte a dichiarazioni [5] sottoscritte da eminenti scienziati, e da 49 astronauti e scienziati della NASA contro la credenza nell’AGW. E storicamente sono sordi anche i maggiori media!
Quale è il motivo?
Le decisioni dell’IPCC hanno valore politico più che scientifico. Infatti, l’IPCC è composto da un ampio complesso: una Assemblea di 195 rappresentanti dei paesi membri (politici o funzionari di ministeri, agenzie e istituti di ricerca nazionali, ognuno con 1 voto per paese) oltre a un comitato guida (34 membri) e vari sottocomitati di esperti di varia esperienza. I membri del comitato e dei sottocomitati sono così numerosi che nessun membro può rispondere individualmente alle affermazioni provenienti dall’esterno. Inoltre, l’eventuale risposta alle rivendicazioni esterne è spesso un compromesso insignificante, negoziato all’interno del comitato e dei sottocomitati e infine riportato all’Assemblea dei 195 rappresentanti nazionali.
Leggi le precedenti puntate:
- Clima e inquinamento, la verità? I modelli sono sbagliati
- Il caldo fa bene alla civiltà. E il clima è sempre cambiato
- Clima, il catastrofismo si basa su calcoli inaffidabili
Questa ha il ruolo di prendere le decisioni finali che sono in gran parte politicizzate e così trasmesse ai media. Infatti, i rappresentanti nazionali sono solitamente politici senza competenze scientifiche specifiche, ognuno spesso sottoposto a pressioni da parte di lobbisti locali che rappresentano gli interessi del business delle emissioni zero, solare, eolico e batterie. Questi guadagnano spesso la maggioranza nel voto finale dell’Assemblea, ed hanno tutto l’interesse a mantenere in vita le 2 maggiori credenze sul caso:
• la credenza nell’AGW e
• la credenza nel 97%.
Purtroppo, anche i media e i decisori sembrano avere interesse in queste credenze! Infatti, le previsioni erronee dell’IPCC non vengono messe in discussione dalla maggior parte dei grandi mezzi dell’informazione e dai decisori politici, tra cui l’Ue. Questo perché l’IPCC è un organo delle Nazioni Unite, un’organizzazione le cui opinioni hanno valore politico e, pertanto, i media e i decisori politici sono molto cauti nel rivelare quanto discutibili siano le previsioni dell’IPCC, anche se sanno che lo sono.
Quale è il motivo?
Molti media hanno un orientamento politico e, per influenzare il voto, difendono la falsa teoria AGW. A questo scopo, mentre da un lato diffondono la paura dell’apocalisse con le loro (esagerate) notizie, dall’altro fanno credere di avere la soluzione (CO2). Ottenendo così il doppio effetto di aggregare il voto e di ottenere dai governi il sostegno delle industrie, a volte anche proprie, per lo sviluppo di strumenti basati sul solare, l’eolico e le batterie, per limitare la CO2.
Si può dire che i media usino la paura dell’apocalisse e la presunta soluzione CO2 per sostituire nella mentalità comune altre ideologie storicamente utilizzate per attrarre consensi a favore di dati orientamenti politici ma storicamente fallite.
C’è da sperare che la teoria della CO2 venga prima o poi scartata. Infatti, una simile falsa teoria si diffuse alla fine degli anni ’70 quando, invece dell’allarme per un “riscaldamento globale”, si diffuse l’allarme per un “raffreddamento globale” antropogenico [5], in altre parole l’allarme per una mini-era glaciale che stava avanzando a causa dell’esaurimento dello strato di ozono causato dall’inquinamento da CFC (clorofluorocarburi). Al contrario, negli anni, i fatti dimostrarono che la teoria del raffreddamento globale era stato un costoso e disastroso errore scientifico!
Quindi, si può sperare che prima o poi anche i contemporanei capiranno che i cambiamenti climatici non possono essere dovuti alla semplice CO2 o al semplice CFC, ma dipendono da forze naturali incontrollabili. Fortunatamente, queste sono cicliche e il cambiamento climatico ha e avrà degli alti a volte lunghi ma per i quali non si può pensare in termini apocalittici di fine del mondo.
Quindi, rispetto agli effetti di inevitabili forze naturali, i governi dovrebbero attrezzarsi per limitarne e prevenirne le conseguenze, piuttosto che lamentarne l’inesorabilità, come spesso si sente da molti governanti locali che nascondono le proprie inadempienze dietro lo scudo dell’inesorabilità climatica.
4. Continua su PARTE 5
Giuseppe Iazeolla, 30 dicembre 2024
*Professor of Computer Science Software Engineering and System Performance Modelling
[1] Battaglia F., “There Is No Climate Emergency: The Petition Sent by 1000 World Scientists to the UN”, Edizioni 21^ Secolo, 2021.
[2] Fagan B., Durrani N., “Climate Chaos. Lessons on Survival from Our Ancestors” Public Affairs 2021. “Storia dei cambiamenti climatici”, Italian version, Il Saggiatore, 2021.
3] Lindzen R., “Straight talk about Climate Change”, Acdemic Questions., Springer 2017.
[4] Pinna S., “Climate Change, the Religion of the 21st Century”, Geographical Spaces, Gruppo Editoriale Tab, 2019
[5] Craig D., “There is no climate crisis”, The Original Book Company, UK 2021.
[6] Porro N., “La grande bugia verde” (“The big green lie”), LiberiLibri 2024.
[7] Hughes R, “La Cultura del piagnisteo. La saga del politicamente corretto”, (“The Culture of Complaint”), Adelphi,1994.
[8] Rampini F., “Grazie Occidente!”, Strade Blu, Mondadori 2024.
[9] Iazeolla G., “Principi e Metodi di Simulazione Discreta”, Franco Angeli Editore, 2021.
[10] Lomborg B. “Falso Allarme. Perché il catastrofismo climatico ci rende più poveri e non aiuta il pianeta”, Fazi Editore 2024
[11] Idso C., Singer S.F., “Climate Change Reconsidered”, 2009 Report of the NIPCC (Nongovernmental Panel on Climate Change), The Heartland Institute, Chicago, IL.
[12] Dyson, F “Heretical thoughts about science and society”, https://www.edge.org/conversation/heretical-thoughts-about-science-and-society.